Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 20 marzo, ricorrenza in cui sono stati uccisi in un attentato a Mogadiscio la giornalista Ilaria Alpi e il suo cameraman Miran Hrovatin nel 1994, intende ricostruirne la storia attraverso l’elaborato di Giulia Vinci della classe III sez. G del liceo scientifico Filolao di Crotone.
"Ci credevano davvero, Ilaria Alpi e l'operatore Miran Hrovatin, di riuscire a scoprire e documentare un traffico illecito di armi e rifiuti tossici, ma hanno trovato solo la morte. Ilaria aveva 33 anni e Miran 44, sono stati inviati dal TG3 in Somalia per seguire la missione "Restore Hope" con lo scopo di riportare pace e ordine in Somalia. Ilaria era una ragazza innamorata di quella terra. Grazie alla conoscenza delle lingue straniere (inglese, francese, arabo..) riuscì ad ottenere una borsa di studio e ad essere assunta dalla Rai. Miran era un appassionato fotografo e operatore di ripresa che svolgeva al meglio il suo lavoro. Vennero entrambi inviati a Magadiscio, ma quando Ilaria cominciò a sospettare una complicità tra i servizi segreti italiani e le guardie somale, furono uccisi a cura di un comando armato somalo il 20 marzo 1994. Quel giorno tutte le trasmissioni si bloccarono per annunciare quanto accaduto. Alpi e Hovatin sono stati due giornalisti straordinari che hanno dedicato le loro vite alla ricerca della verità. La loro morte è stato un atto di coraggio che tutti noi dovremmo ricordare. La loro morte ci deve spronare a perseguire la via della verità e della giustizia, anche quando si dimostra essere quella più tortuosa e pericolosa. Se tutti avessimo questa mentalità il mondo sarebbe un posto migliore dove chi fa del male viene punito. Invece ancora oggi chi fa del male soffoca la voce di chi prova a dire basta con la morte, come è successo a Ilaria e a Mirian."
Ilaria rimane, dopo 30 anni, il simbolo di un giornalismo libero, autentico, onesto, alieno dai condizionamenti politici ed economici; insomma un giornalismo ispirato ai grandi valori dei diritti civili e della solidarietà. Una simile dedizione e coerenza ideologica non sono facilmente reperibili oggi; in una società che tende ad omologare e corrompere, Ilaria rimase fedele a quello che un cronista dovrebbe fare: ricercare la verità anche quando è molto scomoda e portarla alla luce, denunciando aberrazioni, storture, malversazioni di associazioni criminali sapientemente occultate da parvenze di legalità. Amareggia e stupisce il fatto che si parli poco della vicenda e dell’insegnamento che ha lasciato.
Il CNDDU auspica che non scendano le tenebre dell’archiviazione sul caso Alpi e che si parli della giovane nelle aule scolastiche come esempio di correttezza etica e professionale.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU