Una cosa sono i civili, una Hamas e una Israele
Hamas ha fatto il 7 ottobre sperando di scatenare una bella guerra. Hamas ha fatto il 7 ottobre sapendo che, in caso di guerra, vista la densità di popolazione a Gaza, ci sarebbero stati molti morti civili. Hamas considera i morti civili palestinesi una necessità funzionale a mettere in difficoltà Israele. D'altro canto il 7 ottobre è stato fatto anche per impedire un accordo importante tra uno stato arabo come l'Arabia Saudita ed Israele. Questo è stato anche utile all'Iran e ad altri stati islamici o arabo islamici, i quali finanziano Hamas. Hamas sa benissimo che rilasciando gli ostaggi otterrebbe due mesi di tregua. Non otterrebbe la pace in quanto Israele, dopo il 7 ottobre, non riconsegnerà mai ad Hamas qualsiasi pezzo di terra ai suoi confini. I motivi mi sembrano ovvi e non credo di doverveli spiegare. L'invasato filo arabo che scrive che Israele tiene intrappolate due milioni di persone in una galera come Gaza, dovrebbe valutare cosa succederebbe in Israele se ci fosse la libera circolazione di gente tra Gaza e Israele stessa. I muri e le reti servono per non far ammazzare gli ebrei israeliani e non solo loro (il 7 ottobre hanno massacrato anche non ebrei). Israele è uno stato che ha come primo dovere l'impedire la morte violenta dei propri cittadini. Per cui, Le piaccia o meno, muri e reti continueranno ad esserci finché gli arabi attaccheranno i civili ebrei. Infine passiamo alla popolazione civile. Mi pare evidente che i civili arabi di Gaza sono vittime di Hamas. Anche questo non dovrebbe essere necessario spiegarlo. Purtroppo gli arabi cullano, dal 1948, il sogno di uccidere tutti gli ebrei, riprendersi tutte le terre e distruggere Israele. Nulla vieta loro di cullare questo sogno, ma mi pare scontato che gli israeliani cerchino in tutti i modi di non farsi ammazzare. Per cui, su queste basi, la pace non si fa. Poi è vero che anche in Israele ci sono piccoli partiti razzisti che vorrebbero eliminare gli arabi e prendersi tutte le terre storiche israeliane, ma fino ad oggi questi piccoli partiti erano rimasti fuori dai governi. Netanyahu li ha portati al governo, ma saranno gli israeliani alle elezioni a giudicare il loro primo ministro.
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