Casa e turismo: la Spagna mette dei limiti

Il premier socialista Pedro Sánchez ha abolito i cosiddetti «visti d’oro» e il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, anch’egli socialista, ha annunciato l’annullamento entro il 2028 di tutte le licenze per gli affitti brevi. Valgono più i soldi che dall’estero ingrassano le casse dello Stato o il benessere dei cittadini? In Spagna, la domanda ha già trovato una risposta, quando il premier socialista Pedro Sánchez, in aprile, ha abolito i cosiddetti «visti d’oro», che concedono il diritto di residenza agli stranieri dopo ingenti investimenti immobiliari, e ha ammonito: «La casa è un diritto e non solo un’attività speculativa». Sulla stessa onda il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, anch’egli socialista, che ha appena annunciato l’annullamento entro il 2028 di tutte le licenze per gli affitti brevi nella città, spiegando che in dieci anni il costo degli affitti normali è cresciuto del 68%. Altre località turistiche catalane seguiranno l’esempio, dopo che la Generalitat, il governo regionale, ha dato via libera a fare carta straccia delle licenze già emesse. Tra Airbnb e «golden visa», vincono le necessità di chi nel Paese ci vive davvero. In Spagna, come in Grecia, il sistema del «visto d’oro» venne introdotto nel 2013, dopo il crollo del mercato immobiliare e la crisi dell’euro. Sono programmi che in realtà si sono diffusi in quasi tutta Europa, nel decennio scorso, finché non sono emersi forti indizi, se non prove, di corruzione, frode, riciclaggio di denaro e attività criminali. La Gran Bretagna è stata la prima nazione ad abolirli, due anni fa, seguita da Irlanda e Portogallo. L’Italia si è limitata, con un anno di ritardo, a negare i visti a russi e bielorussi, come richiesto con forza nel 2022 dalla Commissione europea. Dal 2017, il programma «Investor Visa for Italy» consente il rilascio a cittadini extra-comunitari di un permesso di soggiorno di due anni a fronte di un investimento di 2 milioni di euro in titoli di Stato, o 500.000 euro in una società di capitali italiana, oppure 250.000 in una startup, o di 1 milione in un’iniziativa filantropica. Può essere prorogato per tre anni e dopo 10 anni si può ottenere la cittadinanza. I più attivi a fare richiesta, un po’ ovunque nel mondo, sono...... ( continua su https://www.corriere.it/opinioni/24_giugno_23/casa-e-turismo-la-spagna-mette-dei-limiti-119c6d95-9978-4df6-b0e4-73d631457xlk.shtml?refresh_ce )
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