Piazza Coperta a S.Concordio ; I gravi errori dovuti alla mancanza di conoscenza del territorio che sono all’origine del progetto edilizio

Nell’imminenza dell’apertura della Piazza Coperta a S.Concordio vorremmo ripercorrere la storia di questo contestatissimo intervento edilizio:

I gravi errori dovuti alla mancanza di conoscenza del territorio che sono all’origine del progetto edilizio:

Se è vero che l’azione politico-amministrativa dovrebbe essere basata sulla conoscenza, purtroppo non è stato così per l’intervento edilizio portato a termine in questi giorni nell’area ex Gesam a S.Concordio. La costruzione della Piazza Coperta, completamento dello Steccone iniziato più i 10 anni fa, ne ha ereditato i gravi errori dovuti alla mancanza di conoscenza del territorio: aver ignorato che il nuovo fabbricato si sarebbe trovato sopra un sito di rilevante interesse archeologico; aver ignorato che l’area era stata gravemente inquinata in cento anni di attività del gasometro; aver sottovalutato che la costruzione del parcheggio interrato, per il suo trovarsi sopra una falda in pressione, avrebbe comportato ingenti costi economici ed ambientali; aver trascurato che la zona era già fin troppo intensamente costruita e congestionata, nonché circondata da aree dismesse dotate di alti indici di fabbricazione, e che pertanto sarebbe stato prioritario evitare la cementificazione anche di quell’ultimo spazio aperto. Le “sviste” circa la valenza archeologica dell’area ed il suo grave inquinamento sono potute emergere, a progetti approvati e lavori già iniziati, troppo tardi quindi per potervi porre realmente rimedio, solo a seguito degli esposti dei comitati cittadini alla Soprintendenza (2008) e all’Arpat (2010).

Nel 2014, dopo i sequestri e la chiusura del cantiere, Gesam e Polis avevano definitivamente abbandonato il progetto dello Steccone: non solo la sua costruzione era diventata insostenibile dal punto di vista economico, non garantendo più un margine di guadagno, ma era venuto meno l’interesse degli originali committenti e destavano preoccupazione i gravi problemi della bonifica ambientale e della pressione della falda.

La sottrazione al Piano Attuativo e la mancata risposta alle Petizioni:

Nel 2016 alle gravi pecche che il progetto si portava dietro fin dalla nascita si aggiunge purtroppo quello che riteniamo un grande errore di valutazione compiuto dall’Amministrazione Tambellini: invece di cercare di minimizzare l’impatto di quanto già realizzato, cioè il “vascone” del piano interrato, che era ancora allo stato grezzo e che si stava sollevando per la sottospinta della falda, la Giunta decise di finanziare, con 6 milioni di euro di fondi ministeriali per la riqualificazione delle periferie(che si aggiungono ai 3,4 già spesi dal Comune), il completamento della costruzione, seppur non più a fini di rivendita, ma con destinazione pubblica (requisito indispensabile per poter accedere ai fondi stessi). La variante urbanistica del 2018 cambia, in “social” la destinazione dell’area dello Steccone, ma conferma “l’intervento diretto”, cioè la non sottoposizione a “piano attuativo”, come invece avevano chiesto i comitati cittadini con le osservazioni al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico. Pertanto il progetto della Piazza Coperta non passerà mai dal Consiglio Comunale, non sarà mai sottoposto alle osservazioni e ai cittadini verrà anche negato il tanto richiesto “tavolo di confronto”. Alle due petizioni, sottoscritte da migliaia di firme, una nel 2019 e una nel 2020 sotto forma di referendum, che, con il supporto di tutte le associazioni ambientaliste lucchesi, imploravano il Comune a non costruire la Piazza coperta e di destinare i fondi al restauro del Chiesone e al recupero ambientale dell’area, non verrà mai data nessuna risposta, e addirittura il progetto della Piazza Coperta non sarà mai presentato in assemblea pubblica a S.Concordio. Mentre infatti gli altri progetti dei “Quartieri Social”, quali la Galleria Coperta e le piste ciclabili, sono stati presentati pubblicamente alla cittadinanza, seppur a grandi linee ed in mezzo alle contestazioni, quello della Piazza Coperta non è neppure mai stato presentato, e d’altra parte è bene rimarcare che l’ultima assemblea pubblica che l’Amministrazione comunale ha tenuto a S.Concordio risale al lontano primo agosto 2019. Dopo 6 tormentati anni, che hanno visto i comitati cittadini opporsi in tutti i modi possibili alla costruzione della Piazza Coperta, e dopo 4 anni dall’apertura del cantiere, oggi i lavori sono quasi finiti. L’operazione di “social washing” condotta dalla Giunta della passata Amministrazione, con l’incarico ad un rinomato architetto e una grande profusione di denaro pubblico, è stata quindi portata a compimento, ma non solo non poteva rimediare ai gravi vizi di fondo ereditati dallo Steccone, ma ha lasciato in condizioni di degrado e abbandono il Chiesone, immobile vincolato come bene architettonico, e ha precluso per sempre la valorizzazione del sito del porto fluviale di Lucca e del primo impianto ottocentesco del gasometro, seppellendone definitivamente le strutture murarie che erano state portate alla luce e cancellandone anche la topografia.

Ancora errori materiali: la confusione del Comune sulla fascia di rispetto del Fosso Formica emerge dopo 6 anni con una interrogazione consiliare

In questi giorni il Comitato per S.Concordio ha contributo a fare chiarezza su un altro vistoso errore materiale che ha accompagnato il progetto della Piazza Coperta per tutti e 6 i suoi anni e che riguarda la fascia di rispetto del Fosso Formica: la variante urbanistica per l’area ex Gesam del 2018, la conseguente modifica alle Norme Tecniche di Attuazione e il progetto definitivamente approvato nel 2019, prescrivevano una fascia di rispetto di 10 metri dal Fosso Formica e l’assoggettamento ad autorizzazione regionale delle opere realizzate all’interno della fascia.

Con la risposta all’ Interrogazione consiliare n. 108 che il Comitato aveva chiesto di presentare a tutti i consiglieri comunali e che è stata presentata da un solo consigliere dell’opposizione, l’Amministrazione Pardini ha oggi finalmente chiarito che la fascia di rispetto è di 3 metri e che la competenza sul fosso tombato è del Comune. L’errore materiale, però, è rimasto negli atti, a indicare l’approssimazione con cui era stato preso in considerazione il quadro normativo. Superficialità che si è riscontrata anche in altri progetti dei Quartieri Social, si veda per tutti il requisito della mancanza di consumo di suolo richiesto dal bando di finanziamento, che non risulta essere stato rispettato per la Galleria Coperta. Pare comunque che anche nella fascia dei 3 metri siano state fatte opere non consentite dal regolamento comunale sui fossi e canali, come la piantumazione di alberi e un nuovo muretto, cosa di cui abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale di dare spiegazione.

Nessuna inaugurazione per la Piazza Coperta:

La Amministrazione Pardini, se volesse essere coerente con quanto sostenuto in campagna elettorale, durante la quale ha criticato duramente la Piazza Coperta e ha affermato di volerne “mitigare l’impatto”, dovrebbe oggi rifiutarsi di inaugurarla. Con l’inaugurazione Pardini si assumerebbe la responsabilità politica di un’opera molto contestata che non è stato lui a volere. Darebbe la sua approvazione ad una costruzione superflua e di pesante impatto ambientale, fortemente voluta dalla passata Amministrazione, dichiaratamente portata avanti per non perdere i fondi pubblici e per un malinteso timore della Corte dei Conti. Una “grande tettoia” fuori misura e fuori contesto, che in un altro luogo forse avrebbe potuto rappresentare un capolavoro di architettura, ma che qui ha tolto al quartiere un prezioso spazio aperto, ha riversato sul territorio una enorme quantità di cemento al fine di contenere la sottospinta della falda, ha distrutto il genius loci dell’area ex Gesam ne ha pregiudicato in maniera irreversibile il recupero della identità e memoria storica.

Quale utilizzo:

Il cospicuo finanziamento per la riqualificazione delle periferie non fu certamente concesso per fare degli uffici comunali che non hanno alcun bisogno di spostarsi da dove già si trovano, ove costano meno, e a cui sono addetti pochissimi impiegati, né per costruire un parcheggio interrato a pagamento, che se entrasse a regime creerebbe ancora più congestione al già caotico incrocio tra via Consani e via Formica, né per un bar all’ultimo piano di cui crediamo sarà molto difficile trovare un gestore. Quanto alle associazioni, non hanno bisogno di una grande sala in condivisione e a tempo, ma di singole stanze a loro dedicate e permanenti, che la Piazza Coperta non offre e che sono invece già presenti alla ex Circoscrizione di via Urbiciani, altro immobile di valore che, al pari del Chiesone, è stato lasciato andare in degrado. Quasi 10 milioni di denaro pubblico sono stati spesi complessivamente per la nuova costruzione della Piazza Coperta, mentre nulla è stato destinato agli immobili già presenti nel quartiere, di proprietà comunale e di interesse storico, che già svolgono funzioni “social” per i residenti, che stanno andando in malora.

16 luglio 2024 Comitato Per S.Concordio

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