STAZZEMA. Venerdì 13 settembre: a 703 anni dalla morte del corpo terreno di Dante, dalla Pania della Croce, gli Uomini della Neve hanno dato vita alla staffetta torciera lanciando il segnale luminoso ad Ameglia da dove sarà rilanciato per raggiungere la Pietra di Bismantova attraverso 37 postazioni e il territorio di 26 comuni. Il merito dell’iniziativa, che ha avuto inizio in occasione del 700esimo ed è alla sua terza edizione, va all’Archeoclub Alate di Pontremoli e in particolare alla presidente prof.ssa Angelina Magnotta. Venerdì sera, in Versilia, erano in tanti a guardare verso la Pania per cogliere il segnale di luce. Nelle piazze dei borghi montani più facile, meno in pianura per l’abbondanza di luce artificiale. Non sono mancati gli applausi. «La Pania è la nostra Regina e gli Uomini della Neve, che illuminano anche il Forato nella ricorrenza dell’alluvione del’96 e fanno molto altro ancora, sono una eccellenza a cui teniamo parecchio», dice l’assessora alla cultura Anna Guidi.
La scelta della Pania come luogo da cui far partire l’inno di luce è in ragione dei versi 28 e 30 nel canto XXII dell’Inferno dove si chiamano in causa Pania e Tambura, Pietrapana a Tambernicchi, per dire la durezza del ghiaccio in cui sono ficcati in eterno i peccatori. Anche i 1858 metri di altezza della vetta Apuana hanno ovviamente il loro peso. Francesco Felici e i suoi Uomini della Neve hanno preso a salire alle 17, raggiunta la meta hanno trovato un freddo inusuale, poi l’attesa del via e la discesa a notte, proprio come quando, secoli fa, cavatori e boscaioli, carbonari e pastori, trasportavano a valle la neve recuperata nelle buche e destinata ai rinfreschi dei Medici o ai gelati e alle granite delle feste paesane. Era il modo di racimolare qualche soldo per far fronte ai bisogni della famiglia. Storie di fatica e di amore che adesso si incontrano e risplendono col capolavoro del Sommo Poeta