Una rosa per la militante fascista

Una rosa per la militante fascista Ieri mattina (5 ottobre), il Sindaco Pardini, Sandro Righini, già coordinatore e candidato di CasaPound a Massarosa (attualmente presidente di una delle tante associazioni/travestimento di CP: il Comitato 10 febbraio), e l'assessora Mia Pisano, di CasaPound, hanno celebrato Norma Cossetto, la militante dei gruppi universitari fascisti uccisa dai resistenti. A Cossetto, durante l'occupazione nazista, fu dedicato un reparto militare femminile della Repubblica sociale italiana. Il padre della Cossetto era aggregato al 134esimo battaglione d’assalto delle camicie nere, un reparto che sotto il comando tedesco metteva in atto azioni di rastrellamento antipartigiano; era stato inoltre squadrista della prima ora e aveva partecipato alla marcia su Roma, diventando poi segretario politico del partito fascista locale, podestà di Visinada e infine commissario governativo per le casse rurali dell’Istria. Al momento della morte, era ufficiale della milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Una famiglia, dunque, apertamente fascista. Molti sono i lati oscuri della vicenda Cossetto: la scarsità di fonti, le troppe contraddizioni e le ricostruzioni fantasiose degli ultimi anni non consentono di avere un quadro chiaro a disposizione. Quadro che solo la ricerca storica può fornire, non certo la propaganda neofascista, portata avanti da CasaPound e dall'amministrazione Pardini anche nei mesi scorsi, con la mostra tratta dal fumetto Foiba rossa, edito dalla casa editrice dei fascisti del terzo millennio Altaforte, storia romanzata della vicenda priva di qualsiasi attendibilità e riscontro storico.
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