Comics, ma dove vivete ...
I numeri dei Comics. 200 mila biglietti finora, 215 mila sperati, contro 300 mila di due anni fa e 250-270 mila dell'anno scorso. Gli avventori dei Comics sono persone come me e come voi, hanno sentimenti e sono soggetti sia a passione che a scoramento, un anno su due diluvia, i prezzi salgono sempre più, il Comune nelle precedenti amministrazioni ha fatto fare multe a migliaia (nulla tutto l'anno, ma negli unici giorni dove è quasi normale parcheggiare a cavolo visto l'assenza di posto, lì sì?) e il continuo espandersi e decentrarsi (quest'anno uno stand è a Viareggio) mette le persone nelle condizioni di dire "Viaggio fin là spendo un patrimonio e non vedo neanche tutto? Forse forse ci penso due volte prima di farlo". Inoltre, e badate bene so che qui mi inoltro in settori che forse gli esterni comprendono meno, ma ogni anno le esclusive dei Comics sono differenti, quest'anno ruota tutto intorno a Dungeons&Dragons, non solo perché è il 50esimo anniversario ma anche perché il recente fenomeno Netflix "Stranger Things" ha rilanciato la fama di questo gioco (i protagonisti del telefilm ne sono appassionati) che ormai stava scivolando verso il dimenticatoio in quest'epoca di analfabeti e videogiochi. D&D è un gioco di fantasia e recitazione, come un teatro interattivo dove un gruppo di amici finge di impersonare avventure fantasy o futuristiche, richiede capacità recitativa, riunirsi fisicamente a casa di qualcuno, tempo per organizzare la trama delle avventure, ecc. E dunque, D&D è più qualcosa che piace alla mia generazione, gente che oggi ha su per giù quarant'anni, e la gente della mia età ha famiglia spesso, lavora, non ha il tempo e i soldi per andare ai Comics. Gli altri anni, oltre ad essere percepiti come una sorta di reazione vitalisticamente vendicativa contro il lockdown, c'erano più cose, c'erano famosi attori e registi di Hollywood, nonché stand dedicati a fumetti e cartoni animati giapponesi molto in voga in questi anni tra i giovanissimi, quelli che hanno le vacanze in questi giorni e che non hanno nulla a cui pensare nella vita e che possono quindi permettersi di venire qui da ogni parte del mondo. I Comics di quest'anno risentono del naturale calo di quella pressione psicologica che c'era invece subito dopo il lockdown, del fatto che gli scorsi due anni su 10 giorni (5 a testa per due anni) 8 ha piovuto, del fatto che una stanza arriva a costare, anche dividendo camere multiple o B&B, 250 euro a persona al giorno, e il fatto che gli argomenti di quest'anno fanno leva su un pubblico di una fascia meno libera di venire qui. A questo si aggiunge il fastidio (io leggo molto, online, le opinioni delle persone) per il marcato decentramento degli stand, che rende difficili vedere tutto, dopo che hai speso finanche duemila euro tra viaggio, pernottamento, cibo, biglietti, e acquisti, e questo fa girare le scatole. Quindi sì quest'anno i Comics avranno meno persone. L'anno prossimo non lo so: io sto ancora aspettando il momento in cui, alle prossime elezioni, un gruppo politico destinato alla sconfitta (uno qualunque) giocherà la carta del "Se eleggete noi d'ora in poi Comics e Summer (o almeno i Comics) si fanno fuori da Lucca", e allora tutti i lucchesi voteranno queste persone perfino se fossero neonazisti, brigate rosse, o marziani. Chiunque, pur di liberarci di questa piaga. Io sono membro del "Popolo dei Comics", avevo una band metal estremo, sono cresciuto con fumetti e cartoni animati giapponesi, leggo libri fantasy, mi piacciono i giochi da tavolo, a scuola io e i miei amici parlavamo in elfico (quello del Signore degli Anelli) per copiare ad alta voce durante le verifiche (i prof sapevano che eravamo "strani" e non indagavano, non avevano idea di cosa dicessimo) e così facendo ho salvato dalla bocciatura un paio di amici durante verifiche critiche (io campavo a 10 e lode, i miei amici no, e a quei tempi la bocciatura esisteva ancora, eccome) e adoro tutto quel clima festoso che i Comics rappresentano, e finché sono stati una cosa bella e contenuta ci andavo ogni anno. Sono arrivato a detestarli. DETESTARLI. E questo è solo colpa di come vengono organizzati.
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