“Preferirei morire”..

POPOLO DELLA FAMIGLIA DELLA TOSCANA A


“Preferirei morire”..

Questa frase, detta dai ragazzi, fa rabbrividire pensando al futuro delle nostre generazioni ma

potrebbe diventare drammaticamente concreta con l’introduzione come “eutanasia” del suicidio

assistito. La differenza è solo formale poiché in entrambi i casi nell’intenzione dell’atto e i suoi

effetti sono gli stessi: cioè la morte della persona. La pratica del s. a. è intesa dai suoi promotori

come un diritto da assicurare a chi sia irreversibilmente malato e con un espressione di libertà

personale perché basterebbe il solo desiderio “Preferirei morire”.. di non proseguire la propria vita

per dare compimento a questa intenzione. Ora se questo è il punto d’appoggio a questa ideologia ne

rappresenta anche l’anello di maggiore debolezza: infatti come può essere accresciuta la libertà di

una persona alla quale proprio per esaudirla viene tolta la vita. Il PdF contesta e contraddice il

presupposto che darsi la morte sia una scelta di piena libertà.. Ma la libertà non è una scatola da

riempire con qualsiasi contenuto. La determinazione a vivere e morire non hanno lo stesso modello

valoriale, altrimenti non esisterebbe ragione a prevenire ed evitare il suicidio di nessuno. La vita

non può essere un nostro esclusivo possesso ma è un dono che abbiamo ricevuto da condividere

senza gettarlo perché siamo debitori gli uni dell’amore verso gli altri. C’è un urgenza del dibattito

parlamentare nel rispetto della Costituzione perché la logica utilitaristica porta inesorabilmente e

velocemente a una crisi del diritto mentre la politica dovrebbe essere promozione dei diritti come

dei valori umani. Mentre, di fatto, con la votazione di ieri è stato avviato un percorso senza sbocchi

ed orientato all’approvazione dei principi lesivi dell’essere umano. Introdurre una legge sul suicidio

assistito sta aprendo un baratro legislativo in contrasto con la stessa Costituzione Italiana secondo la

quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’Uomo il primo tra i quali è quello

alla Vita. Introdurre la leicità del suicidio assistito nella nostra società genererebbe una “frana” con

effetti pericolosi: tra cui percepire come normale togliersi la vita per qualsiasi ragione, “Preferirei

morire”.. a qualsiasi età, e soprattutto nei passaggi, oggi ancor più critici dell’adolescenza.. Padri,

Madri, vegliate. La Vita sarebbe resa come un oggetto e sempre più soggetta alla regola del

consumismo e al principio dell’usa e “scarta”.. Papa Francesco ha affermato: “la richiesta crescente

di suicidio assistito ha portato a considerare l’interruzione volontaria della vita umana come una

scelta di civiltà ma laddove la Vita vale non per la sua dignità ma per la sua efficienza e per la sua

produttività tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la Vita umana dal

concepimento alla sua fine naturale possiede una dignità che la rende intangibile.”

Leonardo Bisori

Coordinatore del Il Popolo della Famiglia della Toscana

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