SEMPRE AL FIANCO DELL'EROICA RESISTENZA UCRAINA CON A CAPO ZELENSKY

A tre anni dell'aggressione della Russia all'Ucraina

SEMPRE AL FIANCO DELL'EROICA RESISTENZA UCRAINA CON A CAPO ZELENSKY

L'ambasciata dell'Ucraina presso il Vaticano ha ringraziato il

PMLI per il comunicato "Con Zelensky contro Trump"

Sono passati tre anni dal 24 febbraio 2022 allorché il nuovo zar del Cremlino Putin lanciò

quell’”operazione speciale” che in pochi giorni avrebbe dovuto portare al cambio di

governo a Kiev, con l’instaurazione di un regime fantoccio di Mosca, occupare il paese e

completare l’opera imperialista e neozarista iniziata nel 2014 con l’annessione della

Crimea. Altro che “liberazione del Donbass” e “denazificazione”. Un’invasione totalmente

ingiustificata che è costata la vita a decine di migliaia di civili, centinaia di migliaia di militari

in gran parte giovani da ambedue le parti, oltre che danni materiali per centinaia di miliardi

di euro. Milioni di persone sono state costrette a fuggire all’estero e altri milioni sono

sfollati all’interno dell’Ucraina. Il 26% del territorio dell'Ucraina illegalmente e militarmente

occupato. E oggi l’aggressore russo continua a distruggere intere città e infrastrutture civili,

reti elettriche e di riscaldamento, scuole, ospedali, ferrovie, porti; il suo esercito di

occupazione ha compiuto e continua a compiere massacri di massa di civili ucraini, stupri

e deportazioni con la forza, compresi i bambini, in Russia e Bielorussia.

Eppure dopo tre lunghi anni nonostante la disparità di forza militare, economica e di

uomini, tra la grande Russia e la piccola Ucraina, l’imperialismo russo non è riuscito

ancora a vincere la guerra d’aggressione scatenata in spregio al diritto internazionale,

confermando ancora una volta la giustezza della nostra analisi antimperialista basata

sull’esperienza plurisecolare del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Gli ucraini,

sorprendendo il mondo intero, hanno saputo resistere. Misero in salvo dapprima le loro

famiglie al di là dei confini per poi battersi con eroica determinazione contro gli invasori. Si

disse da subito perché “armati dall’Occidente”. Ma le armi non bastano da sole,

necessitano di soldati che le impugnino e di un intero popolo che combatta al loro fianco.

Altri popoli in passato hanno tenuto testa eroicamente all'aggressione dei loro paesi, in

questi tre anni il popolo ucraino ha dato un altro fulgido esempio di questa verità storica

ben sintetizzata dalla parole di Mao: "Se una cosa è grande, non bisogna averne paura.

Ciò che è grande è destinato a essere rovesciato da ciò che è piccolo, e questo

diventerà grande. (…) Chi dispone di forze esigue, ma è legato al popolo, è forte; chi

dispone di forze ingenti, ma è contro il popolo, è debole (…) I grandi e potenti non

riescono a vincere, i piccoli e deboli finiscono sempre per vincere. (…) Tutta la

storia, la storia di alcuni millenni della società umana divisa in classi conferma

questo assunto: i forti devono cedere il posto ai deboli. ”.

Data la disparità delle forze militari in campo, era evidente che l’Ucraina non poteva

vincere senza le armi fornite dalla NATO e dalla UE per respingere l’invasore. Ma

l’auspicata vittoria finale su Putin e l’imperialismo russo sarà essenzialmente il trionfo della

Resistenza inflessibile del popolo ucraino e del suo diritto di decidere il proprio destino e il

proprio futuro.

La vittoria della Resistenza ucraina è una vittoria dei popoli di tutto il mondo, con un valore

e un carattere internazionali, mondiali, dà l’esempio da seguire, la strada universale

antimperialista che hanno seguito tutti i popoli chiamati alla lotta di liberazione nazionale.

Per tutto questo il nostro appoggio alla Resistenza ucraina e al suo presidente Zelensky è

stato e resta totale. Tanto più oggi che si è incrinato il supporto internazionale, con gli USA

del dittatore fascioimperialista Trump passato armi e bagagli nel campo nazizarista russo

del suo compare criminale di guerra Putin. Trump parla genericamente di guerra e non di

aggressione militare russa all'Ucraina, che non l'ha scelta ma l'ha subita, vi è stata

costretta se non voleva essere cancellata come Paese indipendente e sovrano e ridotta a

un protettorato russo. La nostra ferma posizione sull’Ucraina ha dato e continua a dare

noia, fumo negli occhi ai pacifinti e putiniani più o meno mascherati. Il direttore del “Fatto”

putiniano, Marco Travaglio, ha il dente avvelenato col Bolscevico perché l'Organo del

PMLI smaschera sistematicamente la sua martellante campagna di stampa composta da

due velenosi ingredienti: odio viscerale e sprezzante verso l'Ucraina e il suo presidente

Zelensky e apologetica difesa, anche se viene spacciata per essere critica e indipendente,

del nuovo zar Putin.

Per contro l'ambasciata dell'Ucraina presso il Vaticano ha ringraziato il PMLI per il

Comunicato dell'Ufficio stampa del 1 marzo "Con Zelensky contro Trump".

Tanti sono stati i motivi per cui abbiamo sostenuto sin dall’inizio il governo ucraino e

Zelensky nell’eroica Resistenza all’aggressione russa. Ma il primo e principale resta che

quella dell'Ucraina è una guerra di resistenza classica, che mira soltanto a liberare il

Paese da un invasore straniero e ripristinare i suoi confini legalmente e internazionalmente

riconosciuti, e finché sarà tale i sinceri comunisti, anticapitalisti, antimperialisti e pacifisti

hanno il dovere di stare dalla sua parte e contro il vero aggressore, indipendentemente se

tale guerra di resistenza è diretta da un governo e da un leader anticomunisti ed è

appoggiata anche dall'imperialismo dell'Ovest per altri suoi fini. Ossia occorreva

individuare la contraddizione principale. La lezione che i Maestri del proletariato ci

insegnano è che in ogni situazione bisogna distinguere la contraddizione principale da

quelle secondarie, e regolarsi di conseguenza. E in questo momento la contraddizione

principale è quella tra un paese invasore e un paese invaso, e bisogna schierarsi al fianco

di quest'ultimo. Tutto il resto viene dopo la risoluzione di questa contraddizione. Non si può

giustificare l'aggressore perché dalla parte dell'aggredito ci sono stati anche gli USA, la

UE, la NATO, il governo neofascista Meloni o chicchessia. Questo è un pretesto capzioso

dei filoputiniani, che ammettono l'esistenza di un solo imperialismo, quello dell'Ovest, e

negano invece l'esistenza dell'imperialismo dell'Est, appoggiando la Russia neozarista di

Putin e la Cina socialimperialista di Xi come se fossero ancora dei paesi socialisti, o

comunque paesi antimperialisti aspiranti solo a rompere il predominio USA per un “mondo

multipolare” più equilibrato e plurale.

Rigirare la frittata e scambiare l'aggredito con l'aggressore è tipico della propaganda di

Putin. Si è arrivati all'assurdo di giustificare da una parte l'invasione russa dell'Ucraina

come una “guerra difensiva”, e dall'altra di accusare la resistenza del governo, dell'esercito

e del popolo del Paese invaso come la vera causa della prosecuzione di tale guerra,

perché così vorrebbero USA, UE e NATO che usano l'Ucraina come pedina per piegare la

Russia. Non è, insomma, l'Ucraina che minaccia l'esistenza della Russia, ma esattamente

il contrario.

Per noi marxisti-leninisti ci sono due punti fermi irrinunciabili: pretendere il ritiro delle

truppe di Putin dall’Ucraina e sostenere Zelensky, perché tuttora egli rappresenta la testa

della Resistenza dell’Ucraina contro l’invasore. Ben sappiamo che Zelensky è un

anticomunista, un presidente borghese di un paese capitalista. Ma ciò è del tutto

secondario e ininfluente rispetto alla questione principale dell'eroica Resistenza ucraina.

Non è questo il punto. Il fatto è che Putin è l'aggressore e Zelensky è l'aggredito. Invertire

l'ordine vuol dire perdere la rotta e non capire qual è il proprio dovere antimperialista.

Comunque la si voglia rigirare non abbiamo scelta. Zelensky e il suo governo si sono

schierati per la libertà contro la tirannia, hanno diretto e dirigono la Resistenza contro

l’aggressore nazizarista e a Kiev attualmente non ci sono alternative. Se Zelensky domani

cadesse per un colpo di palazzo sarebbe la fine dell’Ucraina indipendente e sovrana. E

ormai è chiaro a tutti che non solo Putin ma anche Trump punta a rovesciarlo e a

sostituirlo con un nuovo leader più malleabile e accondiscendente. La vomitevole

imboscata alla Casa Bianca ne è la plateale conferma.

Noi marxisti-leninisti, per principio, se riteniamo che una causa è giusta, l'appoggiamo,

anche se è sostenuta da altre forze lontane e nemiche; quello che conta è la motivazione

di ogni sostenitore. La lotta armata dell'Ucraina per difendere la propria libertà,

indipendenza, sovranità e integrità non è una causa giusta? Non ha l'Ucraina il diritto di

liberare il suo territorio? Così come non possiamo non comprendere il diritto dell’Ucraina di

chiedere e ricevere armi per difendersi dall’aggressione zarista.

La questione dei russi e dei russofoni presenti in essa non potrà che essere risolta alla fine

della guerra. Una volta libera, indipendente, sovrana e integrale, spetterà sempre al

popolo ucraino e a nessun altro decidere del proprio destino e i propri rappresentanti.

Infine non si può sostenere la tesi della pace qualsiasi, della pace a tutti i costi. La pace

dev’essere giusta e duratura, e perciò non può essere ottenuta sacrificando all’invasore

pezzi di territorio ucraino. Per il PMLI la pace è possibile solo con la vittoria dell’Ucraina

libera, indipendente, sovrana e integrale.

Salutare e inneggiare alla Resistenza ucraina significa praticamente respingere le tesi

capitolarde dei sostenitori del cessate il fuoco, coloro per cui sarebbe stato meglio non

combatterla per niente questa guerra, e abbandonare fin dall’inizio l’Ucraina al proprio

destino; coloro per cui la Russia già a fine primavera del 2022 si sarebbe seduta al tavolo

della trattativa accontentandosi di qualche non meglio identificata porzione del Paese

invaso e la pace sarebbe tornata sovrana. Agenti prezzolati al soldo di Putin.

Noi sottolineiamo la necessità di una vittoria dell'Ucraina per arrivare a una pace, quella

giusta, sicura, duratura, fondata sul rispetto del diritto internazionale, sulla sovranità e

sull'integrità del paese invaso, mediante l’applicazione di principi basilari, che prevedano

anche l’intensificazione delle sanzioni contro la Russia nazizarista e la giusta punizione

per i responsabili dei crimini di guerra. La vittoria dell’Ucraina servirà come deterrente

contro future aggressioni o invasioni da parte di altri paesi imperialisti, mentre costringerla

al tavolo dei negoziati, in questo momento e sulle basi della pace ad ogni costo

significherebbe solo posticipare una futura aggressione militare da parte della Russia,

probabilmente ancora più sanguinosa.

Uniamoci per aiutare il glorioso popolo ucraino a liberarsi dall'occupante, oppressore e

macellaio russo. Con lo stesso spirito con il quale dobbiamo unirci e lottare per aiutare il

glorioso e martoriato popolo palestinese a liberarsi dall'oppressione neonazista, genocida

e sionista di Israele. Questa si chiama coerenza antimperialista, mentre il resto è puro

opportunismo e diventa complicità con il lupo che, nella favola di Fedro, si mangia l'agnello

lungo il torrente dove ambedue si abbeverano, accampando una qualunque e fantasiosa

scusa per giustificare la sua aggressione.

Sempre al fianco dell’eroica Resistenza ucraina con a capo Zelensky!

(Editoriale de “Il Bolscevico”, organo del PMLI, n. 10/2025 e pubblicato sul sito

www.pmli.it

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