vicinanza e solidarietà alla studentessa protagonista del drammatico episodio avvenuto in un istituto scolastico della provincia di Massa-Carrara


Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda vicinanza e solidarietà alla studentessa protagonista del drammatico episodio avvenuto in un istituto scolastico della provincia di Massa-Carrara, riportato nei giorni scorsi dalla stampa nazionale. La giovane, di origini straniere, ha tentato il suicidio all’interno della propria aula, vittima di episodi di bullismo da parte di alcuni compagni. Solo l’intervento tempestivo di una compagna di classe e di un docente ha impedito che il gesto estremo avesse conseguenze irreparabili.

Questo evento, tanto doloroso quanto emblematico, richiama l’attenzione sull’urgenza di un impegno educativo strutturato e sistemico nella lotta contro ogni forma di discriminazione, emarginazione e violenza psicologica tra pari. È fondamentale ribadire come la scuola, presidio civile e democratico per eccellenza, abbia il dovere e il potenziale di rappresentare non solo un luogo di apprendimento, ma soprattutto uno spazio sicuro in cui ogni studente possa sentirsi accolto, ascoltato e valorizzato nella propria unicità.

Il bullismo, in tutte le sue forme, è una ferita profonda ai diritti umani: colpisce la dignità, mina l’autostima e può compromettere il futuro delle giovani generazioni. Per questo, la formazione e la presenza costante di figure educative sensibili e preparate – docenti, dirigenti, psicologi scolastici – è imprescindibile. Il gesto della compagna che ha lanciato l’allarme e del professore che è intervenuto con prontezza dimostra quanto sia importante coltivare un clima scolastico fondato sull’empatia, sul rispetto reciproco e sulla solidarietà.

Come ribadito anche dalla psicologa intervistata sul quotidiano Il Tirreno, è necessario promuovere una nuova cultura educativa che coinvolga attivamente anche le famiglie: «Genitori, siate fallibili e scontratevi con i vostri figli», è un’esortazione che va intesa come invito a non temere il confronto, a scendere nel quotidiano dei propri figli, a costruire con loro un dialogo aperto e autentico.

In tal senso, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama l’attenzione delle istituzioni scolastiche e del Ministero dell’Istruzione e del Merito affinché vengano potenziati gli strumenti di prevenzione, formazione e ascolto nelle scuole. È necessario rafforzare le équipe psicopedagogiche, avviare percorsi strutturati di educazione civica e affettiva, promuovere laboratori permanenti sui diritti umani, sul rispetto delle diversità, sulla gestione delle emozioni e dei conflitti.

Accogliamo con particolare interesse le parole della psicologa intervistata, che invita i genitori a essere “fallibili” e a scontrarsi con i propri figli quando necessario. Anche la famiglia, infatti, è chiamata a collaborare attivamente con la scuola nel percorso educativo, senza negare o minimizzare i segnali di disagio, ma accogliendoli come una richiesta di aiuto.

Questo tragico episodio non deve finire in un trafiletto di cronaca. Deve spingerci ad agire, uniti, per costruire una scuola in cui nessuno si senta solo. Una scuola che insegni non solo con le parole, ma con la presenza, la cura, la responsabilità condivisa.

Perché ogni ragazza e ogni ragazzo ha il diritto di crescere in un ambiente che protegga la vita, la dignità, la speranza.

In questo tragico episodio c’è però un segno di speranza: l’azione di chi ha avuto il coraggio di intervenire, di non voltarsi dall’altra parte. È da questo segnale che occorre ripartire.

Il CNDDU continuerà a battersi per una scuola più giusta, inclusiva, e profondamente umana.


prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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