REFERENDUM 8/9 GIUGNO: ECCO PERCHE’ OCCORRE ANDARE A VOTARE E VOTARE SI AI QUESITI SUL LAVORO

    
 
 
 
FACCIAMOCI QUESTA DOMANDA: PERCHE’ LA DESTRA AL GOVERNO OLTRE A PORTARE AVANTI LA GIUSTIZIA DI CLASSE E LEGGI LIBERTICIDE , VORREBBE CONVINCERE I CITTADINI A NON ANDARE A VOTARE PER I QUESITI REFERENDARI SUL LAVORO ?  
 
Nelle rete televisive pubbliche , si accenna solo ai referendum dell’8 e 9 giugno ma non viene mai fatta  informazione, non ci sono rubriche di approfondimento. E dibattito , sui contenuti e motivi dei 5 quesiti referendari.
 
Ora siamo un Paese dove oltre il 50% del il corpo elettorale , è disilluso dalle politiche di centrodestra e centrosinistra  , non va più a votare.  Ma mentre per le elezioni politiche  comunque il Parlamento viene eletto anche se non si raggiunge il quorum del 50% degli elettori, nel referendum per essere valido occorre superare il 50% degli aventi diritto al voto.
 
Siamo in presenza di un blackout informativo voluto da chi detiene il potere economico, informativo, formativo e di chi è al governo. È un ordine politico, dei governati non solo al fine di nascondere i contenuti referendari e la necessità di votare SI,  ma anche  al fine di non fare emergere il dramma della realtà che stiamo vivendo.
 
 
 
 
 
Una realtà che viene ben illustrata dai dati dell’Istituto ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro).  In Italia abbiamo questa realtà :
 
  • I salari e le pensioni sono diminuiti del 15% negli ultimi 10 anni e addirittura del 3% rispetto al 1990, collocando i lavoratori italiani all’ultimo posto in Europa;
  • In Italia non esiste un salario minimo e milioni di lavoratori sono obbligati a lavorare con “contratti pirata” e paghe inferiori a 5 euro l’ora lordi;
  • In Italia i prezzi reali continuano  ad aumentare  dell’11,% su base annua mentre i salari recuperano l’1,58%;
  • In Italia , il governo di destra Meloni anziché incrementare i salari e le pensioni, ha deciso di ridurre le tasse ai ricchi autonomi fino a 100.000 euro l’anno tramite la Flat Tax al 15% mentre i pensionati e salariati pagano dal 23 al 42% dei loro stipendi.
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  • In Italia ci sono 3,8 milioni di lavoratori precari, flessibili, frantumati, assunti in base ad una legge infame chiamata “legge Biagi” che prevede ben 45 forme di lavoro precario;
  • In Italia nell’anno 2023 le assunzioni precarie sono aumentate del 37% rispetto all’anno 2022;
  • In Italia il 37% di tutti i pensionati percepiscono pensioni inferiori a 1000 euro al mese ;
  • In Italia la rivalutazioni delle pensioni avveniva in base al 2,9% e non al 11,%, ma il governo di destra della Meloni , nell’ultima legge di bilancio ha tagliato la rivalutazione annua delle pensioni portandola al 75% del 2,9% del tasso inflattivo,  per coloro che hanno pensioni sopra 1400 euro mensili... ed i 3,7 miliardi annui che verranno recuperati , il governo li ha dati agli autonomi ricchi con redditi tra i 60 e 85 mila euro l’anno (tramite riduzione delle tasse con la flat tax al 15%);
  • In Italia sono stati fatti 10 condoni fiscali dal governo Meloni;
  • In Italia si va in pensione con oltre 67 anni di età già dal 2018 ed in base all’infernale meccanismo della legge Fornero dell’adeguamento all’aspettativa di vita, i 67 anni aumenteranno progressivamente obbligando i lavoratori ad andare in pensione a 70 anni di età;
  • In Italia , con la legge Fornero, tutti i lavoratori andranno in pensione con il sistema contributivo... ed è stato calcolato che con 40 anni di contributi la pensione sarà pari al 49% della media della paga mensile percepita ... ma visto che le assunzioni sono quasi tutte precarie con periodi di non lavoro, e con paghe di fame ... i giovani che andranno in pensione tra 40 anni prenderanno meno del 40% del salario;
  • In Italia non esiste la divisione tra assistenza e previdenza ... ed anche l’assistenza è a carico dei contributi Inps pagati dai lavoratori.
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A tutto questo va aggiunto il raddoppio di molte tariffe negli ultimi tre anni , bollette e dei prezzi di genere alimentare.
 
Allora In questa situazione sociale,  perché occorre votare si ai quesiti sul lavoro ?
 
 
 
PERCHÉ VOTARE SI AI 5 REFERENDUM
 
 
 
 
 
  • Il referendum sull’abrogazione del Jobs Act, anche se non prevede il ripristino integrale dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori con la reintegra nel posto di lavoro come regola generale nei casi di licenziamenti illegittimi, ma  la reintegra solo in casi tassativi (insussistenza del motivo disciplinare o casi in cui i contratti collettivi prevedono una sanzione conservativa del posto di lavoro, è comunque un passo avanti importante nel ridare un diritto fondamentale a chi lavora;
  • Il referendum sui licenziamenti nelle imprese fino a 15 dipendenti mantiene il principio per cui anche se il giudice dichiara illegittimo il licenziamento il lavoratore perde il lavoro e ha diritto solo a un risarcimento del danno. Ma Comunque   viene eliminato il limite massimo di 6 mensilità  lasciando al giudice la discrezionalità di liquidare il danno effettivo usando diversi parametri (anzianità, età, carichi di famiglia...) migliorano i diritti dei lavoratori delle piccole imprese;
  • Il referendum sull’abuso dei contratti a termine, anche se non elimina la legge n. 30 (Biagi) che prevede ben 45 forme di lavoro precario e flessibile,  introduce l’obbligo della causale anche nei primi 12 mesi, elimina l’ampio riferimento alle “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva”, migliorando le condizioni dei lavoratori precari;
  • Il referendum sugli appalti prevede l’estensione della responsabilità solidale dell’imprenditore committente o subappaltante per i danni subiti dal lavoratore non indennizzati dall’Inail e derivanti dai rischi specifici delle imprese appaltatrici o subappaltatrici. Sono una migliore condizione rispetto alla realtà attuale.
 
 
Quindi referendum sul lavoro rappresentano l’occasione per una tutela maggiore dei lavoratori e vanno nella direzione politica del rafforzamento del loro potere contrattuale.
 
 
 
Avrei voluto  che la CGIL  assieme ai referendum ,  provvedesse ad presentare una piattaforma rivendicativa su incrementi salariali orari, sicurezza sul lavoro  incrementi pensionistici, tutela sanità pubblica, scuola, diritti sindacali ed accompagnare i referendum con gli scioperi necessari per ottenere quanto richiesto, anche perché ,  in caso di mancato raggiungimento del quorum l’effetto politico negativo sarà tanto maggiore quanta più bassa sarà la partecipazione al voto.
 
 
 
La realtà è fatta anche da una Cisl che assomiglia sempre più a un sindacato “giallo” corporativo e un PD “FUFFA” dove ognuno va per la sua strada anche in contrasto con la decisine di votare si della Segreteria.
 
Ma non è vero che  la battaglia referendaria sia già persa… Esiste anche una parte di popolo cosciente,  come hanno anche dimostrato e grandi manifestazioni del 25 aprile. Ci sono persone giovani ed anche anziane che hanno vissuto altre stagioni di lotte e di conquise sociali, civili, culturali, ed ora   si  chiedono ma in quale Mondo siamo sprofondati? In quale Mondo viviamo?
 
Ed allora anche se  il servizio pubblico, pagato da tutti noi, è stato trasformato nella portavoce della destra  che vuole che i cittadini restino a casa e  continuino a subire... anche se abbiamo il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che indegnamente per il suo ruolo istituzionale , ha dichiarato:
Farò propaganda perché la gente resti a casa
 
Insomma viviamo in una situazione dove la corda a son di tirarla potrebbe spezzarsi e la gente potrebbe capire che questa destra ha paura della partecipazione. Ha paura dei referendum. Ha paura del voto.
 
E quindi capire che nel contesto in cui viviamo,  i quesiti referendari sono importanti  per cambiare la realtà , per cercare di  deviare il processo socio economico e politico ,  in una direzione alternativa a quella voluta dai feudatari odierni al governo del nostro Paese.
 
Per questo  occorre la massima partecipazione al voto , recarsi in massa alle urne per votare SI ai quesiti referendari.
 

Umberto Franchi 14 maggio 2025   
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