La scultura e le regole
"Anche l’urgenza di distruggere è un’urgenza creativa", diceva Picasso. Una frase ripresa anche da Banksy per spiegare la celebre opera che si è autodistrutta nel 2018 subito dopo essere stata battuta all’asta da Sotheby’s per oltre un milione di sterline, quindi quando l' opera non era più proprietà dell' autore.
È per questo che risulta quasi comica — se non fosse tragicamente miope — la nota diffusa dai capigruppo di maggioranza sul monumento all’immigrazione, in cui si invoca il rispetto delle regole, del decoro urbano e dello spazio pubblico. Come se l’arte potesse essere ridotta a una questione di permessi e arredi.
Ma l’arte, oggi più che mai, è anche rottura, provocazione, intervento. L’artista, nel suo ruolo critico e sociale, non solo può, ma deve esprimere le proprie convinzioni. E può farlo anche alterando simbolicamente ciò che è di tutti, proprio perché l’opera artistica entra nello spazio pubblico per scuoterlo, per metterlo in discussione, per interrogarlo.
Questa è la sua forza. Questo è il suo compito.
L' amministrazione vuole il rispetto delle regole? Ha e avrà tante occasioni per farlo,lo faccia!
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