Silenzio assordante sul caso Coima Manifattura

Da due giorni la stampa italiana è invasa dalla notizia dell'indagine investigativa, che vede coinvolto il Ceo di Coima, Manfredi Catella e alcuni dirigenti del Comune di Milano. I capi di imputazione sono diversi e tra questi quello di corruzione. Fermo restando che la Magistratura deve fare il suo corso, una riflessione su quello che ha significato per Lucca l' "affare" Manifattura è indispensabile. Perché ha segnato un ribaltone politico inaudito e perché tuttora diversi termini rimangono irrisolti. Manfredi Catella fu accolto a Lucca come il Salvatore della Patria , in un Consiglio comunale estivo aclamante. Ero stata nel febbraio 2020 a Milano, quando già si ventilava una discesa di Coima a Lucca e per curiosità mi ero interessata, raccogliendo informazioni sulle mirabolanti realizzazioni della società. ( Vedi foto pubblicata sopra) Il fior fiore dell'immobiliarismo italiano, con una clientela proveniente in gran parte dai paesi arabi, cosa veniva a fare a Lucca? Il progetto, presentato nel tripudio di tutta la maggioranza, prevedeva la realizzazione di un complesso immobiliare, da realizzarsi nei 33.000 metri quadri dell'ex Manifattura, in cambio della realizzazione di un parcheggio in Project Financing ( peraltro già esistente e con uno stanziamento in essere per il rifacimento) e di una " modica" cifra di denaro. Fu subito chiaro che la dismissione del principale bene immobiliare pubblico lucchese era un affare solo per chi rilevava a costi irrisori il bene. Si attivarono alcuni consiglieri dell'allora minoranza, congiuntamente alle Associazioni ambientaliste, Legambiente, Italia nostra e Rete dei comitati, asdociazioni locali ,gruppi politici e singoli cittadini. Una mobilitazione durata 2 anni, senza esclusione di colpi e di volpi di scena. Modificazione del progetto iniziale, comunicati a raffica, studi tecnici ed economici, petizioni. Che vide il suo culmine nella presentazione di un Iter Partecipativo, secondo la normativa della Regione Toscana, con la raccolta di oltre 1400 firme e l'obiettivo di coinvolgimento di tutte le componenti della società civile, dai partiti alle associazioni di categoria, ai portatori di interesse ,per riflettere sulla destinazione del bene e sul futuro della città.. Purtroppo l'Amministrazione a guida Tambellini, resto' arroccata in un diniego che fu confermato dal mancato accoglimento del Percorso partecioativo. Un vero schiaffo alla tanto proclamata volontà partecipativa. Aggravata dalla vendita in extremis di una porzione di Manifattura, senza motivazione alcuna ed ad un prezzo che dire irrisorio è eufemismo. 1milione e mezzo di euro per 6000 metri quadri. Un comportamento sicuramente essenziale nel ribaltone politico che vide la maggioranza sconfitta alle elezioni politiche del 2022. È stupefacente, quindi oggi, che da parte delle forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione non si sua rilevato un commento. Cosa sarebbe stato oggi se Coima avesse ottenuto la gestione della riqualificazione della Manifattura? Cosa sarebbe stato della Fondazione Cassa di Risparmio principale sponsor e regista dell'operazione? Ma altre domande restano senza risposta? Chi è l'acquirente della porzione di Manifattura svenduta da Tambellini? Quale progettazione è in corso? Che ne è stato di Music innovetion hub e di una destinazione musicale di quegli spazi. A Lucca tutto tace. Ma i cittadini sono ancira in attesa. Mi auguro che si riapra al più presto un' analisi e una riflessione su questo temi , che abbia come colonna portante la trasparenza reale e la partecipazione viva della popolazione. È chiedere troppo?
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