“Il gioco che non è un gioco”

“Il gioco che non è un gioco”: a Oliveri i bambini raccolgono rifiuti in spiaggia in cambio di biglietti per le giostre. Una lezione di civiltà che conquista l’Italia.
 
 

“Il gioco che non è un gioco”: a Oliveri i bambini raccolgono rifiuti in spiaggia in cambio di biglietti per le giostre. Una lezione di civiltà che conquista l’Italia.

Dalla Sicilia parte una rivoluzione gentile. Nessun decreto, nessuna multa: solo bambini, guanti, bottiglie vuote, e un’idea semplice ma potentissima. A Oliveri, piccolo borgo marinaro nel Messinese, è nato un gioco che ha già fatto il giro del web e sta cambiando – un sacchetto alla volta – il volto delle spiagge e la coscienza civica dei suoi cittadini più giovani.
 
Lo chiamano “il gioco che non è un gioco”, e a idearlo è stato il sindaco Francesco Iarrera, già noto per i suoi giri in bicicletta a caccia di rifiuti tra le strade del paese. “C’è questo gioco, iniziato quasi per gioco, che a guardarlo bene è molto più di un gioco”, scrive il primo cittadino in un post social che ha fatto il pieno di condivisioni e cuori. E il messaggio è chiarissimo: i bambini raccolgono i rifiuti in spiaggia, scattano una foto (da postare sui social o da inviare direttamente al sindaco) e ricevono in cambio un blocchetto gratuito per le giostre del Luna Park dei Tofaro. Un biglietto per la ruota panoramica, uno per gli autoscontri, e uno per quel “aggeggio infernale” che i più temerari chiamano Tagadà.
 
Risultato? I bambini sono felici. Le spiagge, pure. I genitori risparmiano. E tutta la comunità cresce, insieme, in una direzione più giusta.
 
Non c’è retorica, ma concretezza. Non slogan, ma azioni. Il rispetto per l’ambiente si insegna così, con piccoli gesti premiati e trasformati in occasioni di festa. E quel che è nato per caso, ora è diventato un esempio di cittadinanza attiva che ispira, emoziona, e funziona.
 
L’iniziativa, rilanciata anche dal portale greenMe, è oggi al centro dell’attenzione nazionale. “Vedere un bambino raccogliere rifiuti con orgoglio – si legge nell’articolo – e mostrare il suo ‘trofeo’ al sindaco è una grande vittoria. Non solo per lui, ma per tutti noi”. E in effetti, mentre sui social impazza l’hashtag #ilgiocochenonèungioco, il Comune di Oliveri si candida a simbolo di un’Italia che sa ancora educare, premiare, e soprattutto ascoltare i più piccoli.
 
Un’iniziativa così originale e coinvolgente non poteva passare inosservata: Francesco Iarrera è ufficialmente in corsa per il prestigioso “World Mayor Prize 2025”, il premio internazionale dedicato ai sindaci che si distinguono per il loro impegno civico, sociale e ambientale. Un riconoscimento che porta l’intera comunità sotto i riflettori, dimostrando che non servono grandi budget per costruire un futuro migliore: bastano idee genuine, amore per il proprio territorio e fiducia nei bambini.
 
Oggi a Oliveri si gioca sul serio. Con secchielli e guanti, con un sorriso e una ruota panoramica come premio. Si gioca a costruire cittadini consapevoli. Si gioca a credere che il cambiamento è possibile, anche partendo da una bottiglia di plastica in riva al mare.
 
E allora buon divertimento a tutti i piccoli ecologisti. E lunga vita al gioco che non è un gioco!
 

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