Il
punto di caduta nelle trattative sui dazi fra Stati Uniti e Unione
Europea è stato nettamente più contenuto del ventilato 30%, esattamente
la metà.
In
assenza di indicazioni ufficiali precise, le interpretazioni ad oggi
più accreditate sostengono che i dazi del 15% verranno applicati in
maniera generalizzata e flat, assorbendo quelli esistenti: una
differenza non da poco in una trattativa che peraltro è ancora in corso
per alcune tipologie merceologiche. Per alcune di queste comunque i
giochi sembrano chiusi in negativo (acciaio e alluminio, 50%, così come
gran parte dei materiali ma anche dei prodotti finiti ) o in positivo
(alcuni farmaci con dazio zero).
"Le
trattative hanno contenuto il danno, ma sono state ben lontane
dall'eliminarlo - commenta la presidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -.
Dazi al 15% sono comunque molto elevati e, sommati all'altra grave
criticità del rapporto euro/dollaro, compromettono fortemente la
competitività delle nostre imprese e rappresentano un fattore di freno
per l'economia mondiale, facendo lievitare i prezzi e alimentando
l'inflazione. Il 15% non è una vittoria perché il danno rimane, e anche
pesante. Indipendentemente dalle motivazioni per cui l'Unione Europea
non ha ottenuto di più, è ora indispensabile che venga fatto ogni sforzo
per porre le aziende in condizione di competere sui mercati
internazionali. Sostegni diretti ma anche un profondo ripensamento delle
politiche europee e nazionali che creino condizioni di contesto
favorevoli alle imprese. Non ci possiamo permettere, ora più che mai,
indirizzi economici che creino appesantimenti e zavorre."
Per memoria, si riportano i dati relativi alle esportazioni dell'area Lucca-Pistoia e Prato, già resi noti con nostro
precedente comunicato
Le
esportazioni complessive dell’area Lucca-Pistoia-Prato verso gli USA
sfiorano nella media degli ultimi anni gli 800 milioni annui, pressoché
esclusivamente dovuti a prodotti manifatturieri e in progressiva
crescita; il mercato statunitense rappresenta il 7,6% del totale
dell'export delle tre province. Meno ingenti ma comunque significative
anche le importazioni, quantificabili in 180 milioni di euro annui (3,5%
del totale), di cui l’85% costituiti da prodotti manifatturieri.
I
settori dell’area interessati alle esportazioni verso gli USA sono per
il 20% macchinari e apparecchi, principalmente macchine per l’industria
cartaria e per il tessile (160 milioni euro nella media degli ultimi
anni); per questi prodotti il mercato statunitense vale il 50% del
totale, ed è quindi il primo per importanza. Un altro 20% di valori
all’export è rappresentato dai prodotti alimentari, e anche per questi
gli USA sono il primo mercato di riferimento con una quota del 30%. Gli
USA sono il primo mercato, con riferimento all'area di Confindustria
Toscana Nord, anche per il lapideo (quota del 40% del totale dell'export
del settore) e le calzature (quota del 20%). Secondo mercato invece per
la farmaceutica e i prodotti in metallo, con una quota, comunque
rilevante, del 17%. E' un caso particolare invece il 16% recente della
nautica e del ferrotranviario: si tratta infatti di un valore che
oscilla in maniera molto forte da un anno all'altro a causa del tipo di
prodotto. Inferiori ma comunque significative le quote che riguardano
altri settori, dal 9% degli articoli di abbigliamento al 6% di tessuti e
filati e al 4% del cartario.
La quota di export della provincia di Lucca verso
gli Stati Uniti è pari al 9,4% del valore totale delle esportazioni,
con un ammontare di 525 milioni di euro. Alcuni settori comuni nel
territorio lucchese hanno negli Stati Uniti il proprio mercato
principale: la meccanica per la carta, attualmente a dazio zero;
l'alimentare, oggi con dazi molto diversi da prodotto a prodotto ma
comunque piuttosto contenuti; il lapideo, per alcuni prodotti a dazio
zero e per altri con percentuali di poche unità.
Gli Usa rappresentano per Pistoia il
6,4% del totale esportazioni, per un valore di 114 milioni di euro. Per
tre settori importanti nel pistoiese - alimentari, calzature e, con le
specifiche del caso, macchinari e apparecchi - il mercato statunitense
rappresenta il primo sbocco commerciale.
La quota di export della provincia di
Prato indirizzata
verso gli USA è complessivamente del 4,9%, pari a meno di 160 milioni di euro
. Alcuni esempi di dazi su prodotti diffusi nell'industria pratese: i tessuti cardati e pettinati a maggioranza lana sono già al 25% del valore
; alcune
tipologie di capi di abbigliamento da donna sono già oggi al 14,9% e
alcuni accessori superano il 10%. Le macchine tessili che Prato esporta
verso gli USA, soprattutto per la produzione e il finissaggio dei
tessuti non tessuti, hanno oggi invece dazio zero o minimo.