La
consigliera regionale dopo la bocciatura del decreto indennizzi da
parte del Consiglio di Stato: “Pensato male e scritto peggio, ora
l'esecutivo esca dal suo immobilismo"
“Da tempo denunciamo
l’immobilismo del Governo nazionale sulle concessioni balneari. Ora,
dopo la bocciatura del decreto di Salvini e Giorgetti sugli indennizzi
da parte del Consiglio di Stato, siamo alla beffa oltre il danno. A
farne le spese sono le imprese e le famiglie della Versilia, che
continuano a vivere nell’incertezza”.
A dirlo è Valentina
Mercanti, consigliera regionale del Partito Democratico e presidente
dell’assemblea dei Democratici toscani, dopo il parere negativo del
Consiglio di Stato al decreto indennizzi dei ministeri delle
Infrastrutture e dell’Economia.
“La Regione Toscana – ricorda
Mercanti – aveva provato a colmare il vuoto normativo con una legge che
tutelava imprese e lavoro. Quella legge è stata dichiarata
incostituzionale dalla Consulta: una decisione che rispettiamo, ma che
conferma quanto la competenza sia esclusivamente statale. Adesso, però, è
tempo che il governo si assuma le sue responsabilità: non può
continuare a scaricare tutto su Bruxelles o sulle Regioni, quando ogni
scelta dipende da Roma”.
“Il decreto indennizzi così come è stato
concepito – continua la consigliera regionale del Pd – rischia di
favorire i grandi gruppi e di penalizzare proprio le imprese familiari
che hanno reso unico il modello di balneazione della Versilia. È assurdo
che si continui a navigare a vista, senza una visione che metta al
centro le peculiarità territoriali e la sostenibilità economica e
ambientale”.
“Chiediamo – conclude Mercanti – che il Parlamento e
il Governo aprano subito un confronto vero con le amministrazioni
locali e con i rappresentanti dei balneari per arrivare a una disciplina
chiara, equilibrata e condivisa, che metta fine a questa incertezza
normativa e permetta alle imprese di programmare il futuro. Le spiagge
della Versilia e di tutta la Toscana meritano regole certe e politiche
di tutela del lavoro, non continui rinvii e decreti raffazzonati”.