Giani forever: la Toscana scopre l’eterno ritorno
Giani forever: la Toscana scopre l’eterno ritorno
Pare che in Toscana il tempo non scorra come nel resto d’Italia. Qui, tra cipressi e colline, la politica sembra un film in loop: ogni cinque anni, come le stagioni, torna la vendemmia… e la candidatura di Eugenio Giani. Con la stessa puntualità con cui arriva la bolletta della luce, Giani si ripresenta per guidare la Regione, sorridente come se fosse la prima volta.
C’è chi lo vede come il custode delle tradizioni locali, e chi come l’uomo che ha trasformato la presidenza toscana in un lavoro a tempo indeterminato.
Le novità? Nessuna. Ma del resto, in Toscana si sa: il vino buono è quello che conosci già.
Negli ultimi anni, il governatore ha affinato la sua capacità di esserci sempre: inaugurazioni di ponti, sagre della polenta, tagli del nastro per rotonde “strategiche”. È l’onnipresenza fatta persona, il politico che conosce il nome del macellaio di ogni frazione e la storia di ogni campanile.
Una presenza così costante che ormai c’è chi sospetta che il vero simbolo della Regione non sia più il Pegaso rosso, ma un ritratto sorridente di Giani appeso in ogni ufficio.
Gli avversari? Sempre nuovi, sempre volenterosi… e sempre destinati a fare la fine delle onde sulla spiaggia di Viareggio: arrivano con rumore e spariscono subito.
Certo, ci sarebbe il dibattito politico, ma alla fine la campagna elettorale toscana somiglia più a una rimpatriata di vecchi amici che a uno scontro di idee.
Dicono che in politica serva il ricambio generazionale. In Toscana, invece, c’è la versione “slow”: il ricambio avviene quando Giani decide di andare in pensione… cosa che, a quanto pare, non è in programma prima del 2080.
Per ora, i toscani possono dormire sonni tranquilli: per i prossimi anni non dovranno imparare un nuovo nome. Basta ricordarsi questo: Eugenio Giani, sempre lui, sempre lì, pronto a convincerti che cambiare è bello… purché resti tutto uguale.
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