Aggressioni in ambito ospedaliero e psichiatrico: un’emergenza crescente

Negli ultimi anni i dati INAIL hanno evidenziato un incremento significativo degli infortuni da aggressione nel settore sanitario. Nel 2023 sono stati riconosciuti circa 2.500 episodi, pari a quasi sette casi al giorno, con un tasso triplo rispetto alla media nazionale di altri comparti lavorativi. L’impatto sugli operatori Le aggressioni, che colpiscono in particolare infermieri, OSS e medici di pronto soccorso, non si limitano a generare lesioni fisiche (contusioni, fratture, distorsioni), ma comportano anche gravi conseguenze psicologiche: ansia anticipatoria prima del turno, aumento del rischio di burnout, ridotta qualità della relazione terapeutica, incremento dell’abbandono professionale. Il caso della psichiatria I reparti di psichiatria rappresentano un ambito particolarmente critico. Qui le aggressioni costituiscono una delle principali cause di infortunio, superiori a cadute o traumi da movimentazione. Gli episodi possono derivare da un raptus del paziente, ma anche da familiari sotto stress. Le lesioni interessano più frequentemente mani, braccia e volto. Il personale segnala fattori aggravanti: carenza di organico, insufficiente formazione specifica, scarsa disponibilità di ambienti protetti (stanze di de-escalation), ricorso non sempre appropriato alla contenzione fisica. Prevenzione e misure di tutela Le risposte istituzionali si sono concentrate su: inasprimento delle pene (legge del 2020 che equipara le aggressioni agli operatori sanitari a quelle contro pubblici ufficiali), incremento della sorveglianza e dei sistemi di videosicurezza, protocolli aziendali di gestione del rischio. I sindacati e le società scientifiche, tuttavia, sottolineano la necessità di: formazione continua del personale sulla gestione dell’aggressività, adeguati organici per ridurre il rischio nei momenti critici, supporto psicologico agli operatori aggrediti, spazi strutturati per la prevenzione e la gestione delle crisi psichiatriche. Conclusioni Le aggressioni in ospedale e nei reparti psichiatrici non rappresentano solo un rischio professionale, ma un problema di salute pubblica. Come ha ricordato l’INAIL: “Colpire un operatore sanitario significa colpire indirettamente il diritto alla salute di tutta la comunità.” Affrontare questa emergenza significa garantire sicurezza e dignità sia ai lavoratori della sanità sia ai pazienti che necessitano di cure. Sanità News Italia
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