Ieri sera, tra
le mura della Chiesa di San Michele Arcangelo a Fosciandora,
splendidi artisti hanno dato vita melodie immortali: il “Serchio
delle Muse” ha regalato un concerto di arie liriche che ha avvolto
il pubblico in un’atmosfera di pura emozione e bellezza
25
agosto 2025
FOSCIANDORA – Un concerto di arie liriche che ha
avvolto il pubblico in un’atmosfera di pura emozione e
bellezza.
Ieri sera (domenica 24 agosto), tra le
mura della Chiesa di San Michele Arcangelo a Migliano,
gli splendidi artisti del “Serchio delle Muse” hanno dato
vita melodie immortali. La serata è cominciata con i saluti
istituzionali del Sindaco di Fosciandora, Moreno Lunardi, che
ha ringraziato il festival lirico per lo splendido lavoro di
diffusione culturale, iniziato con il Maestro Luigi Roni oltre
20 anni fa e proseguito brillantemente da Fosco Bertoli,
Presidente dell’Associazione Musicale “Il Serchio delle Muse”,
che ha continuato a far vivere lo spirito della manifestazione,
portando musica e bellezza in tutti i borghi della nostra valle.
Anche il Presidente Bertoli ha preso parte ai discorsi
introduttivi: “Sono felice quando vengo qua perché ho dei ricordi
bellissimi legati a questo luogo – ha raccontato –. Essere in
questa chiesa meravigliosa ad ascoltare musica altrettanto bella e
suggestiva, è un connubio perfetto”. Infine ha preso la parola
Katja Lytting, mezzosoprano svedese, i cui allievi si
sono esibiti accompagnati dal talentuoso pianista Massimo Salotti.
Il primo studente a cimentarsi con lo spartito è stato Giovanni Baraldi, basso, con “Visione veneziana” di Renato Brogi, una melodia romantica e malinconica, il cui testo trasporta in un paesaggio veneziano intriso di fiori in cui una gondola scivola sull’acqua, in un movimento lento, come l’ondeggiare di una culla.
La seconda esecuzione è stata del mezzosoprano Zhao Meng in “O del mio amato ben” del compositore Stefano Donaudy, accompagnata dal pianoforte con arpeggi leggeri creando un'atmosfera intima che racconta, tra note e parole, il dolore per la perdita di un amore “Ma cerco invan, chiamo invan! E il pianger m'è sì caro, che di pianto sol nutro il cor” recita tristemente.
Il terzo cantante ad esibirsi è stato il tenore Paolo Delai con il brano “Sogno” di Francesco Pietro Tosti, una melodia che permette la sintesi perfetta tra pianoforte e voce con un risultato armonioso ed elegante.