Ospedali : piani d’emergenza in caso di guerra. L’Italia resta a guardare ?

Il conflitto in Ucraina e i recenti episodi, come i droni intercettati in Polonia, hanno spinto Francia e Germania a correre ai ripari: entrambi i Paesi hanno attivato piani di emergenza per rafforzare la rete ospedaliera in vista di un’eventuale escalation militare che possa coinvolgere la Nato. In Francia, il ministero della Salute ha inviato una circolare alle agenzie sanitarie regionali chiedendo di predisporre, insieme alla Difesa, strutture straordinarie in grado di accogliere un numero elevato di militari feriti. Berlino ha presentato un programma analogo, che prevede il pieno coinvolgimento degli ospedali civili nella gestione di un possibile conflitto su larga scala in Europa. Il quadro italiano E in Italia? L’esperienza della Protezione civile, già in prima linea durante terremoti e pandemia, potrebbe rappresentare un modello di riferimento. «Il nostro Paese dispone di un Piano nazionale di difesa, che comprendeva fino al 2020 anche la parte batteriologica – spiega Ranieri Guerra, ex direttore generale aggiunto dell’Oms e oggi consulente dell’Areu Lombardia –. In caso di coinvolgimento diretto, servirebbero soprattutto posti letto di traumatologia e terapie intensive. Durante l’emergenza Ebola l’aeroporto di Pratica di Mare venne utilizzato come hub per voli militari con pazienti infetti: uno schema che potrebbe essere replicato anche per soldati feriti. Strutture come il Niguarda di Milano, già indicate come riferimento per le Olimpiadi Milano-Cortina, potrebbero diventare poli strategici». Più netto l’avvertimento di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva: «Bisogna maturare la consapevolezza che siamo in una situazione prebellica, mentre la maggior parte della popolazione sembra ignorarlo. Per non arrivare troppo tardi è necessario che le istituzioni inizino a coordinarsi, come hanno fatto Francia e Germania». Ad oggi l’Italia non è coinvolta direttamente nel conflitto, ma gli esperti invitano a non farsi trovare impreparati I.N.S.
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