Una lucchese alla Fenice: orgoglio e rivincita
Da lucchese non posso che sorridere leggendo dell’ipotesi di Beatrice Venezi alla direzione del Teatro La Fenice di Venezia. Una delle nostre, cresciuta fra le mura di Lucca, chiamata a guidare uno dei templi mondiali della lirica: è una notizia che scalda il cuore.
Chi conosce Beatrice sa che non è mai stata solo una “direttrice d’orchestra giovane e donna”, come spesso viene ridotta. È una professionista che ha lavorato duro, che ha calcato palchi internazionali e che ha scelto di restare fedele alla sua identità musicale e culturale, anche quando non era la strada più semplice. A Lucca l’abbiamo vista crescere, ci siamo abituati alla sua energia e alla sua determinazione. Forse per questo dispiace vederla spesso liquidata con etichette e critiche di maniera, soprattutto da certi ambienti radical chic che, più che parlare di musica, amano parlare di lei.
La verità è che i risultati contano più delle chiacchiere. E se oggi Venezia guarda a Beatrice per guidare la Fenice, significa che la sua competenza è riconosciuta ben oltre i confini cittadini. È anche un bel messaggio: si può partire da Lucca, da una città che di musica vive da secoli, e arrivare a uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondo.
Per noi lucchesi, al di là delle polemiche, resta l’orgoglio. Orgoglio di vedere una nostra concittadina farsi strada con talento e coraggio. Orgoglio di sapere che la tradizione musicale lucchese continua a fiorire in figure capaci di portarla lontano.
E forse anche una piccola rivincita: perché mentre altri la denigrano, noi sappiamo che Beatrice, con il suo lavoro, risponde meglio di chiunque con la musica e con i fatti.
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