Oh Lucca, dacci l’ippodromo

Sono nato e cresciuto con l’odore del cuoio e il fiato caldo dei cavalli nelle orecchie. A Lucca, ai miei tempi, quando si parlava di ippica non era roba per pochi. Era passione vera. Era lavoro. Era ritrovo. Era identità. Oggi mi guardo attorno e vedo una città che ha perso un pezzo di sé. Non per colpa di qualcuno. Semplicemente, le cose si sono lasciate andare. E allora ve lo dico con la franchezza di chi non deve più convincere nessuno: un ippodromo nuovo, serio, fatto come Dio comanda, a Lucca ci vorrebbe proprio. Un impianto moderno non serve solo per far correre i cavalli. Porta gente, porta turismo, porta indotto. Porta vita. Avete presente cosa voleva dire una giornata di corse? Famiglie, curiosi, addetti ai lavori, ristoratori, artigiani. Un giro buono per tutti. Lucca ha spazio, storia, nome. Non manca niente. Serve solo la volontà di mettere in piedi un luogo che sarebbe motivo d’orgoglio, non un peso. Potrebbe diventare un centro per eventi, scuole di equitazione, iniziative per ragazzi. E uno spazio verde aperto davvero ai cittadini. Una cosa fatta bene, non una toppa. Perciò alla giunta dico: pensateci. Non è un capriccio dei nostalgici. È un’opportunità. E quando arriva un’occasione così, sarebbe peccato lasciarla scappare come un purosangue imbizzarrito. Io intanto la mia voce ce la metto. E spero di rivedere, un giorno, i cavalli sfrecciare qui da noi. Perché Lucca, credetemi, quell’anima ce l’ha ancora. Basta solo risvegliarla.
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