Lucca: la città che ti conquista… dopo averti messo alla prova

Lucca è una città splendida, ma prima di farti innamorare deve metterti alla prova come un maestro zen con problemi di fiducia. Non basta arrivare: devi meritartela. Prima sfida: il parcheggio. A Lucca non esiste il concetto di “posto libero”. Esiste il concetto di “miracolo eucaristico logistico”. Quando finalmente lasci la macchina a 4 km dal centro, guardi il cielo e dici: “Ok, oggi Dio mi vuol bene.” Poi ci sono le mura, le famose, le sacre, le intoccabili. I lucchesi ci tengono talmente tanto che dopo i 3 anni di residenza ti danno un diploma in: “Lo sai che le nostre mura non sono mai state abbattute?” Se non pronunci la frase almeno una volta al mese, scade la cittadinanza. Il centro storico è medievale vero: strade strette, curve assurde, urbanistica fatta da qualcuno che odiava i carri e amava i tranelli. Se ti incroci con un’altra persona, parte la negoziazione silenziosa: “Tu ti schiacci sul muro.” “No, tu.” Il tutto senza parlare, ovviamente: a Lucca la comunicazione è raffinata… cioè muta. Poi arriva la stagione degli eventi, e lì Lucca diventa una divinità bipolare: Lucca Summer Festival: di giorno sembra un monastero, poi arrivano i concerti e da sotto le pietre spunta gente che manco sapevi vivesse qui. Passano da Gregoriani a Rolling Stones in 4 secondi netti. Lucca Comics & Games: la settimana in cui i lucchesi spariscono come animali durante un temporale, e la città viene invasa da persone vestite da draghi, samurai, maghi, robot giapponesi e personaggi talmente assurdi che persino Google si arrende. Il Desco: l’evento dove capisci tre cose: il cibo lucchese è una religione, la fila è una filosofia, e il portafoglio si svuota più velocemente di un bicchiere di vin santo. Puccini ovunque, concerti ogni tre metri, gente che cammina piano, vicoli che non portano da nessuna parte ma lo fanno con stile. E poi arriva il momento della verità. Quando ti fermi, respiri, e ti chiedi: “Ma perché resto?” E la risposta è semplice, onesta, definitiva: Perché non ho soldi per cambiare casa o città. Quindi, volente o nolente… resto qui. E a forza di restarci… quasi quasi, ti ci affezioni davvero. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Sono un gran teppista c'ho in testa la conquista se mi comporto male finisco sul giornale
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