Viareggio, 27 novembre 2025 Nel mese di novembre le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa prevedono circa 6.700 nuove assunzioni. A spingere la crescita è soprattutto il territorio lucchese, che segna uno dei recuperi più significativi dell’area. Il bilancio resta complessivamente positivo nell'intera area anche sottraendo le entrate del comparto agricolo, rilevate per la prima volta da luglio. Nonostante la domanda sia in crescita, il mismatch resta significativo: oltre metà delle assunzioni previste sconta ancora difficoltà di reperimento. La criticità è trasversale alle tre province, con livelli diversi ma un elemento comune: profili tecnici e operai specializzati continuano a essere le figure più carenti, rallentando la capacità del sistema produttivo di coprire i propri fabbisogni.
Si conferma dunque un mercato del lavoro dinamico ma ancora caratterizzato da squilibri strutturali, come evidenziano i risultati dell’indagine mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con elaborazione della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e dell’Istituto Studi e Ricerche – ISR realizzata su di un campione di oltre 1.700 imprese con dipendenti.
“La domanda di lavoro a novembre 2025 torna a crescere rispetto allo stesso mese del 2024 – commenta Valter Tamburini, presidente della Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest – ma il mismatch tra competenze richieste e profili disponibili resta rilevante. Per colmarlo serve un gioco di squadra tra attori pubblici e privati. La Camera è in campo con leve mirate: formazione dedicata, PCTO e stage sviluppati con la Fondazione ISI, oltre a contributi alle imprese che accolgono studenti e ne certificano le competenze, così da rafforzare il ponte scuola-lavoro e generare opportunità per i giovani e valore per il territorio.”acc
A Lucca il mercato del lavoro accelera con forza: a novembre le imprese prevedono 2.700 nuove assunzioni, il 17% in più rispetto allo stesso mese del 2024. Anche eliminando dal conteggio le entrate del settore agricolo, inserite quest’anno per la prima volta, la crescita resta comunque significativa (+15%). A trainare il mercato sono sia l’industria, che mette a segno 1.060 ingressi (+19%), sia i servizi, che ne generano 1.580 (+13%). La difficoltà di reperimento, pur restando alta, mostra segnali di miglioramento riguardando il 46% delle posizioni, in calo rispetto all’anno precedente.
La domanda si concentra in larga parte su qualifiche e diplomi professionali (1.000 assunzioni), dove il mismatch rimane al 47%. In alcuni indirizzi tecnici le criticità sono particolarmente marcate: meccanico (50%), sistemi e servizi logistici (40%) e ristorazione (31%). Anche tra i diplomati secondari (720 ingressi) emergono difficoltà molto elevate, in particolare negli indirizzi di meccanica, meccatronica ed energia (74%) e in elettronica/elettrotecnica (83%). Per i laureati, che rappresentano 270 assunzioni, la difficoltà di reperimento tocca il 51%, con picchi per le lauree in ingegneria industriale (59%) e per quelle dell’area insegnamento e formazione (66%). Le maggiori criticità si concentrano però tra gli operai specializzati e i conduttori di impianti: delle 880 assunzioni previste, ben il 60% è difficile da coprire. Nei settori delle costruzioni il divario è ancora più evidente, con l’83% di difficoltà nelle rifiniture e il 66% nelle strutture edili, mentre i profili meccanici risultano carenti nel 66% dei casi.
Segnali di vivacità anche a Massa-Carrara anche se il nodo del reperimento rimane tra i più critici dell’area riguardando il 59% delle posizioni programmate, un dato persino in leggero aumento rispetto all’anno scorso. Sono 1.040 le assunzioni previste, in crescita del 12% rispetto allo stesso mese del 2024 e la spinta arriva soprattutto dai servizi, che avanzano con decisione (+24%), mentre l’industria segna una lieve flessione (-5%).
La difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste dalle imprese raggiunge livelli particolarmente elevati in quasi tutti i percorsi formativi: 57% per laureati e diplomati e addirittura 62% per le qualifiche professionali, con punte elevate nella ristorazione (84%). Le tensioni maggiori si concentrano ancora una volta sugli operai specializzati e i conduttori di impianti: delle 360 assunzioni programmate, tre su quattro risultano difficili da coprire. Numeri molto pesanti interessano anche le rifiniture edili (89%), i conduttori di veicoli a motore (78%) e i profili meccanici e tecnici delle macchine movimento terra, che sfiorano il 90% di indisponibilità. Anche per gli impiegati e i profili commerciali e dei servizi (410 ingressi previsti) la situazione non è semplice: il mismatch tocca il 56%, con difficoltà particolarmente accentuate nei ruoli legati alla ristorazione (57%).
Lieve crescita delle opportunità anche a Pisa, ma il saldo positivo dipende interamente dall’ingresso del settore agricolo nell’indagine: a novembre sono previste 2.950 assunzioni che, al netto delle 260 dell’agricoltura, porterebbero la domanda a -6%. Il quadro settoriale conferma la fragilità: industria a -4% e servizi a -6%.
In aumento invece la quota di giovani, che sale al 33%. Sul fronte reperibilità emerge un segnale di allentamento: la difficoltà scende al 50% (-4 punti), pur restando elevata per carenza di candidati (33%) e competenze non adeguate (14%). Il mismatch rimane marcato nei principali percorsi formativi. Tra i laureati (330 ingressi) è al 54%, con picchi del 77% nelle lauree dell’insegnamento e del 55% in quelle sanitarie. Tra i diplomati (800 assunzioni) emergono le criticità maggiori: enogastronomia e turismo all’87% e meccanica al 68%.Le qualifiche professionali (990 ingressi) mostrano un divario più contenuto (49%), ma con forti differenze: logistica al 20%, ristorazione al 64%. Anche i gruppi professionali evidenziano tensioni: impiegati e profili commerciali/servizi al 56%, ristorazione al 75%; operai specializzati e conduttori di impianti (oltre 1.030 ingressi) al 49%, con punte del 68% nelle rifiniture. Elevato anche il mismatch per dirigenti, tecnici e professioni specializzate (55%). Solo le professioni non qualificate mostrano valori più contenuti (31%).