Il cronista che non dorme mai !

C’è un personaggio che abita ogni città italiana, ma nessuno l’ha mai davvero studiato. Lui gira, osserva, scruta, zooma. È il cacciatore di disfunzioni, il supereroe armato non di mantello ma di smartphone carico al 12% e indignazione al 200. Lo riconosci subito: cammina con l’occhio clinico di un investigatore della scientifica, ma invece di cadaveri trova tombini storti. Quando vede un sacchetto dell’immondizia fuori posto, il cuore gli accelera. Si ferma, inspira, scatta. Una, due, tre foto: l’arte non ammette fretta. E qui arriva il capolavoro: la scelta del destinatario. Mica il comune, eh. Quello no, sarebbe troppo facile, troppo pratico, troppo… utile. Lui spedisce tutto al blog cittadino, la sua personale gazzetta dello sfogo, dove sa che troverà spazio, comprensione e magari anche un commento di un utente arrabbiato a caso che confermerà la sua missione: “Hai fatto bene a segnalarlo”. Ogni giorno confeziona una piccola rubrica: “Rifiuto del giorno”, “Foglia caduta sospetta”, “Marciapiede che non mi piace”. Breve descrizione, tono grave, foto sfocata ma intensa. È un poeta della lamentela urbana. Non vuole risolvere i problemi, vuole documentare l’orrore. È convinto che la città viva grazie ai suoi reportage, un po’ come se senza di lui nessuno si accorgesse di un cartone lasciato accanto al cassonetto. La verità? Forse gli piace sentirsi parte di qualcosa. O forse è solo uno che, davanti a un problema, invece di sbuffare… scatta una foto.ChatGPT ha detto: Il cronista che non dorme mai C’è un personaggio che abita ogni città italiana, ma nessuno l’ha mai davvero studiato. Lui gira, osserva, scruta, zooma. È il cacciatore di disfunzioni, il supereroe armato non di mantello ma di smartphone carico al 12% e indignazione al 200. Lo riconosci subito: cammina con l’occhio clinico di un investigatore della scientifica, ma invece di cadaveri trova tombini storti. Quando vede un sacchetto dell’immondizia fuori posto, il cuore gli accelera. Si ferma, inspira, scatta. Una, due, tre foto: l’arte non ammette fretta. E qui arriva il capolavoro: la scelta del destinatario. Mica il comune, eh. Quello no, sarebbe troppo facile, troppo pratico, troppo… utile. Lui spedisce tutto al blog cittadino, la sua personale gazzetta dello sfogo, dove sa che troverà spazio, comprensione e magari anche un commento di un utente arrabbiato a caso che confermerà la sua missione: “Hai fatto bene a segnalarlo”. Ogni giorno confeziona una piccola rubrica: “Rifiuto del giorno”, “Foglia caduta sospetta”, “Marciapiede che non mi piace”. Breve descrizione, tono grave, foto sfocata ma intensa. È un poeta della lamentela urbana. Non vuole risolvere i problemi, vuole documentare l’orrore. È convinto che la città viva grazie ai suoi reportage, un po’ come se senza di lui nessuno si accorgesse di un cartone lasciato accanto al cassonetto. La verità? Forse gli piace sentirsi parte di qualcosa. O forse è solo uno che, davanti a un problema, invece di sbuffare… scatta una foto. Il che, tutto sommato, è pure innocuo: almeno non litiga con nessuno. E domani? Tranquilli: ci sarà un’altra foto. Un’altra didascalia. Un’altra missione. Perché la città, grazie a lui, non smette mai di non funzionare. Il che, tutto sommato, è pure innocuo: almeno non litiga con nessuno. E domani? Tranquilli: ci sarà un’altra foto. Un’altra didascalia. Un’altra missione. Perché la città, grazie a lui, non smette mai di non funzionare.
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