Giorgio Del Ghingaro, l’uomo del fare
Ci sono figure pubbliche che non si limitano ad amministrare: lasciano un’impronta, un metodo, un modello. Giorgio Del Ghingaro appartiene a questa rara categoria. Nato con una naturale inclinazione per la gestione concreta e un profondo senso civico, ha sempre interpretato la politica come servizio e non come mestiere. Il suo percorso — da sindaco di Capannori a sindaco di Viareggio — racconta di un uomo capace di cambiare le sorti di intere comunità con la forza della disciplina, della chiarezza e della coerenza.
Del Ghingaro si fece conoscere a Capannori, dove ha guidato per dieci anni uno dei comuni più dinamici della Piana di Lucca. Sotto la sua amministrazione, il comune divenne un esempio nazionale per la gestione dei rifiuti e per le politiche ambientali, tanto da essere tra i primi in Italia ad adottare la strategia “Rifiuti Zero”. Puntò su sostenibilità, innovazione, trasparenza amministrativa e partecipazione dei cittadini, ottenendo risultati tangibili: più raccolta differenziata, meno sprechi, più investimenti nei servizi pubblici. In pochi anni, Capannori passò da comune “normale” a laboratorio di buone pratiche, attirando l’attenzione di amministratori di tutta Italia.
Poi arrivò la sfida più grande: Viareggio, una città in difficoltà, piegata da anni di crisi economica e da una situazione finanziaria complicata. Quando Del Ghingaro vinse le elezioni, molti lo considerarono un “tecnico prestato alla politica”, ma bastò poco per capire che la sua mano ferma avrebbe cambiato le regole del gioco.
In pochi anni, Viareggio è rinata. L’amministrazione Del Ghingaro ha riportato equilibrio nei conti comunali, risanato il bilancio e rilanciato i servizi. Le scuole sono tornate sicure, le strade più curate, la città più ordinata. Ha investito sulla cultura, restituendo centralità al Carnevale, sostenendo le manifestazioni locali e valorizzando il turismo non solo balneare ma anche culturale e sportivo. Ha rilanciato il porto, potenziato le infrastrutture e ridato dignità alle periferie.
Non meno importante è stato il suo impegno sul fronte sociale. Del Ghingaro ha sempre mantenuto un dialogo diretto con i cittadini, promuovendo ascolto e partecipazione ma senza mai rinunciare all’autorità decisionale che serve per governare. Ha difeso i servizi sanitari locali, sostenuto le famiglie più fragili e promosso una politica di rigenerazione urbana che guarda all’efficienza energetica e alla sostenibilità.
La sua visione è chiara: amministrare significa mettere in ordine, pianificare, ma anche sognare. Ecco perché tanti cittadini di Lucca guardano a lui come alla figura ideale per riportare in città quello stesso metodo che ha funzionato altrove. Lucca oggi ha bisogno di un sindaco che conosca il territorio, che non si perda in compromessi e che sappia coniugare rigore e umanità, proprio come ha fatto Del Ghingaro in ogni sua esperienza.
Chi l’ha visto lavorare sa che non si accontenta del minimo indispensabile. Ama vedere le opere completate, i quartieri rinascere, i cittadini soddisfatti. La sua gestione è fatta di pragmatismo e visione d’insieme: sa ascoltare, ma soprattutto sa decidere. Non si lascia trascinare dai giochi politici, non insegue consensi effimeri, ma costruisce risultati solidi, duraturi.
Lucca, città di storia, cultura e grande potenziale, ha bisogno di tornare ad avere un’identità amministrativa forte, moderna e ordinata. E in molti, oggi, pensano che Giorgio Del Ghingaro sia l’uomo giusto per farlo: un sindaco che non promette miracoli ma lavora con metodo, che conosce le dinamiche del territorio e che ha già dimostrato di saper riportare equilibrio dove regnava il disordine.
Dopo aver risollevato Capannori e rilanciato Viareggio, il ritorno a Lucca sarebbe per lui — e per la città — un passo naturale. Un ritorno non solo simbolico, ma carico di speranza e concretezza. Perché, se c’è un uomo capace di unire rigore e sensibilità, fermezza e visione, quello è proprio Giorgio Del Ghingaro: il sindaco che trasforma le parole in risultati e i problemi in opportunità.
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