Io che sogno Tambellini Papa, da questa stanza che guarda il cortile
Scrivo da una stanza tranquilla, con una finestra che dà su un cortile sempre uguale e un orologio che sembra andare più piano del resto del mondo. Qui in casa di riposo il tempo si allunga e i pensieri fanno quello che vogliono. E tra tutti, ce n’è uno che mi fa sorridere ogni mattina: immaginare Alessandro Tambellini Papa. Sì, proprio lui, l’ex sindaco di Lucca. Lo so benissimo che sembra un’idea campata in aria, ma alla mia età si ha il diritto di essere un po’ testardi anche con i sogni.
Non parlo per scherzo, o almeno non solo. Tambellini l’ho visto lavorare, parlare poco e ascoltare molto. Non era uno che cercava l’applauso facile, e forse è per questo che me lo ricordo ancora. In un mondo pieno di voci alte e di parole buttate lì, lui stava basso, come fanno quelli che non hanno bisogno di dimostrare tutto. E allora mi viene da pensare: ma non è proprio questo che servirebbe anche lassù, a Roma?
Io non sono un esperto di teologia, né di conclavi. Sono uno che ha vissuto abbastanza per sapere che il potere logora quasi tutti, tranne quelli che non lo vogliono davvero. E Tambellini mi è sempre sembrato uno così. Uno che governa per dovere, non per fame. Per questo, quando la sera spengo la luce e resto solo con i miei pensieri, me lo immagino vestito di bianco, un po’ impacciato, magari pure infastidito dall’idea di essere Papa. E già questo, mi dico, sarebbe un buon segno.
So bene che non succederà. Non è così che va il mondo, e alla mia età non mi illudo più su tante cose. Ma questo sogno non mi serve per cambiare la realtà, mi serve per farla sopportare meglio. Mi fa compagnia. È come dire che, nonostante tutto, credo ancora che una persona normale, onesta, silenziosa, possa rappresentare qualcosa di grande.
Forse non vedrò mai quella fumata bianca. Forse sì, forse no. Ma se dovessi chiudere gli occhi senza averla vista, pazienza. Io intanto continuo a pensarci, da questo letto ordinato e da queste mattine tutte uguali. Perché sognare, alla fine, è una delle poche cose che qui dentro non ti possono togliere. E se il mio sogno ha il volto di un ex sindaco di Lucca diventato Papa, beh… lasciatemi almeno questo piccolo lusso prima di salutare tutti.
Beppin
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