Franco Antonio Fanucchi, il sindaco che non faceva rumore ma lasciava il segno
Franco Antonio Fanucchi nacque a Lucca il 7 agosto 1942 e fu uno di quei politici che non sembravano mai “distanti” dalla gente. La sua carriera non nacque da ambizioni rumorose, ma da una presenza costante nella vita amministrativa della città, costruita con pazienza, studio e un forte senso di responsabilità.
Entrò in Consiglio comunale a Lucca nel 1970, dove rimase fino al 1975, per poi assumere l’incarico di assessore comunale dal 1975 al 1980. In quegli anni si fece conoscere come uomo concreto, capace di affrontare i problemi senza scorciatoie, con uno stile sobrio e diretto. Dal giugno 1980 al novembre 1984 fu consigliere della Regione Toscana, portando l’esperienza maturata a livello locale in un contesto più ampio, senza mai perdere il legame con il territorio lucchese.
Fu sindaco di Lucca in due distinti mandati. Il primo dal 28 novembre 1984 al 31 luglio 1985, il secondo dal 1° dicembre 1988 al 18 luglio 1990. Due periodi diversi, ma accomunati dallo stesso modo di intendere il ruolo: governare senza clamore, con attenzione ai servizi, alle persone, alla tenuta delle istituzioni. Non era un sindaco da palco, ma da scrivania aperta e porte non chiuse. Molti ricordano ancora la sua capacità di ascoltare, anche quando le critiche erano dure, senza mai perdere misura o rispetto.
Dopo l’esperienza da sindaco, ricoprì l’incarico di presidente della Provincia di Lucca dall’8 agosto 1990 al 18 febbraio 1992. Parallelamente svolse ruoli di grande rilievo nel mondo economico e istituzionale, diventando presidente della Camera di Commercio di Lucca e presidente di Unioncamere Toscana. Anche in questi incarichi mantenne lo stesso tratto umano: serio, affidabile, poco incline all’autopromozione.
Franco Antonio Fanucchi morì prematuramente nel luglio del 1996, a soli 54 anni. La sua scomparsa lasciò un vuoto profondo, non solo nella politica lucchese, ma nella memoria di chi lo aveva conosciuto personalmente. Di lui resta il ricordo di un uomo gentile ma fermo, competente senza arroganza, capace di farsi rispettare senza alzare la voce.
È ricordato con affetto perché rappresentava una politica fatta di presenza, di lavoro quotidiano e di rispetto. Un amministratore che non cercava applausi, ma risultati, e che seppe lasciare un segno proprio per la sua normalità onesta. Un ricordo adorabile, perché autentico.
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