La Gestione del ciclo dei rifiuti in Toscana vive una situazione critica. La politica regionale, appare incapace di elaborare ed attuare una programmazione concreta: il no ideologico ai termovalorizzatori e i ritardi nella realizzazione di possibili impianti sostitutivi stanno aggravando la già precaria situazione nella nostra regione.
In Europa i Termovalorizzatori sono la tipologia di impianto più comune per integrare il riciclo con lo smaltimento di quella frazione di spazzatura non riutilizzabile e che altrimenti è destinata alla discarica. a parlare è Massimo Vitrani, segretario di Azione Livorno.
In Europa sono attivi 350 impianti di cui 126 in Francia, 96 in Germania, 37 in Italia.
14 città che hanno ricevuto il premio di Capitale verde europea hanno tutte un inceneritore a recupero di energia. Finora hanno vinto Stoccolma, Nantes, Amburgo, Bristol, Lisbona, Vitoria-Gasteiz (Spagna), Copenaghen, Lubiana, Lahti (Finlandia), Essen (Germania), Nijmegen (Olanda), Oslo, Grenoble.
Anche in Italia abbiamo delle eccellenze grazie a moderni Termovalorizzatori presenti a Brescia e Torino, Parma e Acerra. Anche a Roma la nuova giunta ha appena deciso di realizzare un grande termovalorizzatore in grado di risolvere l’emergenza rifiuti della nostra capitale.
“In molte città europee dunque, si trasformano i rifiuti in energia eliminando le discariche, evitando crisi sanitarie – commenta Il Segretario Regionale di Azione Marco Remaschi – e ci guadagnano in termini economici, con costi più bassi per i cittadini”.
“In Toscana i termovalorizzatori sono diventati tabu, – continua Massimo Vitrani Segretario della provincia di Livorno – non se ne vogliono costruire nuovi ed addirittura se ne vogliono chiudere 2 (Livorno e Montale) dei 4 funzionanti a livello regionale riducendo la capacità di smaltimento con la conseguenza di aumentare ulteriormente il conferimento nelle discariche”.
In Toscana oggi finisce in discarica quasi il 40% dei rifiuti, una percentuale enorme, alla quale va aggiunta quella relativa al trasporto dei rifiuti fuori regione e fuori Italia.
L’assessore Monni, con il suo Piano per l’economia circolare della Toscana a parole intende superare le discariche ma nei fatti ne incrementerà l’utilizzo.
Anche aumentando la raccolta differenziata, infatti, posta al centro della strategia dell’Assessore, vi sarà sempre una parte di rifiuto indifferenziato da gestire.
Se si dice no ai termovalorizzatori, l’alternativa non può essere la discarica o dell’esportazione dei rifiuti fuori regione con impatti economici ed ambientali negativi quali aumento delle tariffe e dell’inquinamento dovuto al trasporto su gomma.
È del tutto evidente dunque che la politica regionale nella gestione del ciclo dei rifiuti sia fallimentare. La pianificazione dell’Assessore all'Ambiente della Regione Toscana Monni sta contribuendo a ridurre la già deficitaria capacità della nostra Regione di gestire in casa i propri rifiuti, impedendo all’industria della gestione rifiuti di svilupparsi e di offrire un contributo tangibile alla transizione ecologica e alla crescita economica della nostra Regione.
La Regione Toscana si deve assumere la responsabilità di una proposta impiantistica complessiva concreta, realizzabile, in grado di chiudere il ciclo di gestione dei propri rifiuti implementando una reale transizione ecologica.
È del tutto inutile pubblicare un avviso pubblico per la realizzazione di impianti di recupero/riciclo rifiuti urbani e/o rifiuti derivati dal trattamento degli urbani senza poi riuscire a realizzare gli impianti proposti.
“È necessario passare dalla cultura delle chiacchere e degli annunci alla cultura del fare, superare ogni impostazione ideologica e superare la politica del 'no' a qualsiasi impianto che si traveste da motivazioni ambientaliste ma che è esattamente l’opposto – sottolinea Il Segretario Regionale Remaschi – serve una politica che sia autorevole, che spieghi ai cittadini che l'economia circolare non significa che i rifiuti evaporano.
L'economia circolare significa disporre di impianti ivi inclusi i termovalorizzatori che chiudano il ciclo producendo energia.
Vanno implementate politiche atte a favorire l’estrazione di risorse dai rifiuti, sia sotto forma di materie prime da destinare al mercato, che di energia. Un’industria, quella della gestione rifiuti, capace di offrire un contributo tangibile alla transizione ecologica e alla crescita economica della nostra Regione”.
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