La bomba è il report di circa 70 pagine del gruppo di lavoro coordinato dall’università di Pisa, che ha coinvolto diversi prestigiosi Dipartimenti universitari e laboratori esteri e CNR, uno studio di alto valore scientifico relativo alle caratteristiche del Keu, ai processi di mutazione e di rilascio di inquinanti nel tempo, con particolare riferimento a cromo esavalente. I 12 campionamenti analizzati provengono dall’impianto del Consorzio Aquarno spa. Il risultato è veramente una bomba ecologica contro la salute umana e contro la natura. Dallo studio si evince che Il cromo trivalente, presente nel Keu, si trasforma con il passare del tempo, nella forma esavalente (tra la 6 sostanze più pericolose al mondo) alla presenza di acqua e umidità.
Chiediamo con forza una reazione adeguata alla gravità della situazione, da parte della Giunta regionale Giani che ha sempre minimizzato lo scandalo del Keu che ha coinvolto direttamente, nel malaffare della gestione dei rifiuti del comprensorio del cuoio, dirigenti regionali e politici della maggioranza PD. Ci vorrebbe un sussulto di dignità che di sicuro non ci sarà, noi, d'altronde, non abbiamo mai riposto speranza e fiducia in questa Giunta regionale che non ci rappresenta.
Adesso si apre una partita estremamente difficile e delicata, quella della bonifica, cosa non semplice che richiederà enormi risorse finanziarie che, come al solito, ricadranno sulle spalle dei cittadini perché, i responsabili diretti sono falliti e quel sistema affaristico e politico ispiratore e complice del misfatto, molto probabilmente la farà franca, confidando nella memoria corta dell’opinione pubblica e nei tempi lunghi dei processi.
Smaltire illegalmente i rifiuti genera grandi profitti, anzi, più pericolosi sono i rifiuti e più grandi sono i profitti. Dagli anni ‘70 si registrano in Toscana disastri ambientali, nei grandi distretti industriali, quello conciario, cartario, chimico, tessile e calzaturiero; milioni di tonnellate di residui di lavorazioni, nel corso degli anni, interrati, sversati nei fossi canali e fiumi, smaltiti illegalmente, trasportati in Africa, affondati su carrette del mare in mezzo al Mediterraneo, tutte cose risapute, tante inchieste aperte, quasi sempre seguite da condanne irrisorie. Non si esce da questa situazione lasciando le cose come stanno, non può essere tutto delegato alla Magistratura, la politica deve fare la sua parte e cambiare l’attuale sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi che da sempre è stato lasciato alla completa gestione privata. Sinistra Italiana chiede che le società di gestione dei rifiuti sotto controllo pubblico, istituiscano un’offerta di servizio, non in regime di monopolio, per la raccolta e la valorizzazione dei rifiuti speciali finalizzato al recupero, al riciclaggio e al reinserimento nel ciclo produttivo delle materie prime seconde differenziate e valorizzate. Vogliamo un servizio pubblico rispettoso delle normative comunitarie e nazionali sottoposto a monitoraggio e controllo costante, da quando si ritira lo scarto fino al trattamento e allo smaltimento finale quello più delicato e pericoloso il cosiddetto “ultimo miglio dello smaltimento, riciclaggio o riuso” quello su cui incombe la lunga mano delle mafie. Un servizio dove le imprese potranno aderire su base volontaria con tariffe direttamente proporzionali alle quantità conferite e soprattutto diversificate per tipologia di materiale. L’istituzione di questo servizio pubblico di interesse pubblico, rappresenta l’unica soluzione per recuperare il controllo sullo smaltimento e per sottrarre al monopolio privato, la gestione degli speciali che, ovunque, e anche in Toscana, alimenta le ecomafie e produce disastri ambientali.
Circolo Sinistra Italiana Lucca e Piana
Eugenio Baronti