Rifiuti:
i consiglieri comunali Remo Santini e Alessandro Di Vito svelano le
clamorose cifre sui crediti insoluti e l'inerzia dell'azienda, lanciando
l'allarme sulla situazione del bilancio e le possibili ricadute sui
contribuenti corretti
"A causa di politiche sbagliate e inerzia da parte di Sistema Ambiente, i cittadini che hanno sempre versato regolarmente la tassa e la tariffa rifiuti, dovranno pagare di tasca loro anche i soldi che mancano all'appello per l'evasione dei tributi da parte dei furbetti". Ad aprire un nuovo fronte sulla gestione dell'azienda, dopo lo scoop di Striscia la Notizia sull'utilizzo dei capannoni e la scoperta, fatta invece dall’opposizione, che il costo della nuova sede raddoppierà rispetto al previsto schizzando quasi a 8 milioni di euro, sono nuovamente i consiglieri comunali uscenti Remo Santini e Alessandro Di Vito. “Nel bilancio di Sistema Ambiente si legge infatti che il recupero dei crediti insoluti, ovvero tasse e tariffe rifiuti non riscosse nel quinquennio 2016/2020 (al 31 dicembre scorso) ammonta all’esorbitante cifra di 12 milioni e 750 mila euro, per una società che dichiara ricavi totali per 23.462.037 euro - spiegano Santini e Di Vito con i documenti alla mano -. Non solo, sul bilancio di esercizio di Sistema Ambiente si legge che l'entità dei crediti di non immediato incasso comporta la necessità per l’azienda di ricorrere al credito bancario per riequilibrare la dinamica finanziaria con i relativi aggravi di costi. Come se non bastasse, con grande nonchalance, il presidente Romani nel bilancio omette di dire che l’anzianità dei crediti risale addirittura all’anno 2003”. I due consiglieri comunali uscenti si fanno quindi una domanda. “Come mai solo nell’anno 2019 si è affidato l’incarico di recuperare l’ingente somma (pari al 54% dei ricavi complessivi) ad una società specializzata? – sottolineano ancora Santini e Di Vito -. Ed ancora: quando e quanto si prevede di recuperare i crediti insoluti da vent’anni? Abbiamo peraltro notizia che quasi 1.700.000 euro di crediti affidati ad Equitalia (oggi Agenzia della Riscossione) risulterebbero inesigibili per mancanza di interruzione dei termini di prescrizione, e che nell’azione legale avviata da Sistema Ambiente contro Equitalia stessa, per presunte inadempienze nell’attività, l’azienda lucchese è stata sconfitta”. Concludono i due esponenti: “Cosa ha fatto Sistema Ambiente per addebitare l’importo dei propri crediti divenuti inesigibili ai concessionari della riscossione e non ricaricarli all’utenza? Ci risulta che abbia accumulato nel tempo ingenti somme a disposizione a titolo di riserve, per prevenire eventuali insolvenze su crediti, ma questa tecnica di ammortizzare nel tempo eventuali perdite non giustifica il ritardo con cui si è affrontato il delicato tema del recupero dei crediti non riscossi da vent’anni a oggi, così da impedire il contenimento delle tariffe. L’ equità fiscale incentrata sul concetto paghiamo tutti-paghiamo meno, si risolve per Sistema Ambiente nell’accumulo di ingenti somme a bilancio derivanti dagli introiti di chi invece paga, per prevenire eventuali default. Per anni il candidato sindaco Raspini è stato assessore all’ambiente e ha avallato queste scelte: ecco perché al ballottaggio del 26 giugno lucchesi devono voltare pagina e votare per Mario Pardini”.