Chi
scrive è uno che è nato ed abita in Valfreddana, dove in gioventù ha fatto
anche il Sindaco del Comune di Pescaglia. Attualmente, si contenta di dirigere una
Sezione dell’Istituto Storico Lucchese, quella della Valfreddana, e in tale
veste ritiene di dover prendere l’iniziativa di segnalare un disservizio che
non è certo tra i più gravi, ma che tuttavia permane scandalosamente da anni e che interessa la strada Provinciale n.1 Lucca-Camaiore-Viareggio
detta anche Via Francigena. Tra neanche un mese vi transiterà di nuovo il Giro d’Italia,
corsa che già nel 1985 vi era passata in una tappa conclusiva del Giro, la cronometro
Lido di Camaiore-Lucca, che si concluse in Piazza Napoleone con la vittoria di
tappa di Francesco Moser che non riuscì però a strappare la maglia rosa dalle
spalle di Bernard Hinault, il quale vinse la corsa con appena un minuto e otto
secondi di vantaggio sull’italiano. Questa volta il Giro la percorrerà in
direzione opposta in una tappa che lambirà soltanto la città perché dal
Morianese la corsa svolterà direttamente verso la Valfreddana per concludersi
poi a Viareggio. Non si capisce perché non si sia colta l’occasione di far passare
i ciclisti lungo la circonvallazione intorno alle Mura. C’è chi dice che nei riguardi di
Lucca resiste ancora l’ostracismo provocato dall’incivile gazzarra rivolta al
momento della premiazione contro Hinault dai Lucchesi, delusi per il mancato
successo di Moser. Torriani avrebbe esclamato che il Giro da Lucca non ci sarebbe più passato. Sarà vero?! Questo
per la storia!
Tornando alla strada, va detto che le sue condizioni sono più o meno le stesse di allora, anzi in qualche caso sono forse peggiorate a causa della ristrettezza della sede stradale e della mancanza di visibilità che i muraglioni di contenimento dell’alveo della Freddana hanno provocato nel tratto iniziale tra Monte S. Quirico e la Cappella. La strada porta sulla carta il numero 1, ma deve fregiarsi purtroppo anche di un altro numero 1, quello delle strade più dimenticate. Basti dire che nessuna altra strada della Provincia è così priva di segnaletica come la Via di Camaiore e per rendercene conto, serve osservare il cartello segnaletico che mostriamo in fotografia, l’unico cartello che da anni e anni (sic!) staziona al Montescendi senza che nessuno veda che è rivolto verso le strutture del Mercato ed è talmente scolorito che neppure si leggono più le località Viareggio, Camaiore e S. Martino in Freddana con i relativi chilometraggi. Solamente in basso è rimasta evidenziata la parola Francigena. In quella posizione il cartello è lì presente ab immemorabili senza che nessuno tra quelli che sono addetti alla manutenzione della viabilità si sia mai preso la briga di raddrizzarlo e soprattutto di sostituirlo data la sua inutilità, essendo diventato totalmente illeggibile. Questo è l’unico cartello che s’incontra almeno fino a Camaiore, non essendone presenti altri, anche dopo le intersecazioni con la Via Lodovica e la Via dei Canipaletti, con indicati i centri intermedi (S. Martino in Freddana, Monsagrati, Camaiore) e i relativi chilometraggi, come del resto la Provincia usa fare per le altre strade. Il fatto è scandaloso anche perché la Via di Camaiore è interessata oggi, oltre che da un traffico turistico intenso, anche da un pesantissimo via vai di autotreni soprattutto nel tratto compreso tra Lucca e la zona industriale di Monsagrati, al punto che non si capisce come strade assai meno transitate e meno pericolose, quali ad esempio la Via di Sottomonte, siano dotate ogni pochi chilometri di cartelli in sovrabbondanza che indicano ripetutamente le varie località intermedie e le distanze per raggiungerle. Lo stesso dicasi della Via Lodovica, e perfino delle strade minori come quella di Pescaglia o l’altra che da Ponte S. Pietro sfocia a S. Alessio, dove si nota all’altezza di Carignano addirittura un cartello con l’indicazione: Castelnuovo G. (km.50).
Vista tanta trascuratezza, appare sconfortante vedere come gli interventi strutturali che sarebbero di maggiore necessità per migliorare le condizioni della strada, tante volte segnalati dall’ex Presidente circoscrizionale Giuseppe Nardi (il tratto alberato della Tabarrana, la pericolosissima curva coperta tra la località Guercio e il Ponte del Giglio, l’inesistenza di piste ciclabili almeno in qualche tratto, i marciapiedi negli abitati ecc..), siano da annoverare, allo stato delle cose, ormai tra le utopie che non vedranno mai una loro realizzazione, perché a nessuno interessa. C’è il PNRR: perché non si vara un piano di riqualificazione della strada e si trova il modo di finanziarlo? Non occorre andare troppo indietro nel tempo per rievocare i casi di autotreni che si sono capovolti più volte con tutto il loro carico di bottiglie per la fragilità dei margini stradali o che hanno difficoltà a scambiarsi nei tratti più stretti, senza dire dei tanti ciclisti esposti ogni giorno al pericolo di essere investiti. Ora vi passa il Giro: che fa la Provincia? Resterà ancora tutto com’è? O dobbiamo aspettarci una certa attenzione anche per questa strada, che purtroppo finora non c’è stata, a parte la potatura degli alberi che è tuttora in corso?
Palmiro Filippo Bini