STORIA : Il Porto della Formica o Porto di San Concordio.

Il Porto di S.Concordio, o Porto della Formica, Porto Fiumicello, Porto dei Navicelli, situato in prossimità delle Mura delle città di Lucca, a circa 300 metri a sud della Porta S.Pietro, costituisce il tratto terminale del Fosso Formica, un canale navigabile fin da tempi antichissimi, di origini presumibilmente romane, rimasto in funzione fino al 1860. L'esistenza di una organizzazione di trasporti per portare via fluviale i prodotti dalla costa Tirrenica a Lucca, il cui Porto era collegato al mare tramite il Formica, l 'Ozzeri-Rogio, il lago di Bientina e l'Arno, è documentata dal sec. VIII, ed è stata di importanza strategica per creare la ricchezza commerciale della città di Lucca nel medioevo. Le sete grezze arrivavano dall'oriente sulla costa Tirrenica, con le navi che approdavano ai porti di Pisa e Livorno, e trasbordate sui barchini o navicelli, attraverso i canali interni arrivavano al Porto della Formica, subito fuori le Mura nei pressi di S.Pietro Maggiore; gli artigiani lucchesi le lavoravano e i mercanti, per la stessa via, le immettevano nelle piazze di tutta Europa. Dal Porto inoltre negli anni di scarso raccolto giungeva alla lucchesia il necessario approvvigionamento alimentare, nonchè il sale doganale per tutto il Ducato di Lucca, oltre a quello fuori tassa che serviva per l'Arcivescovado e i suoi domini. Il Porto è stato utilizzato intensamente anche per il trasporto di pietre, terra e materiale di costruzione per le Mura di Lucca. è documentato in particolare che, durante la costruzione dell'ultima cerchia delle Mura urbane, venivano portate per via fluviale le pietre dalle cave di Guamo. Le pietre venivano trasportate con barrocci fino ad un porticciolo sul canale Rogio a Verciano, e da lì venivano caricate su piccole imbarcazioni e attraverso l'Ozzeri e il canale Formica raggiungevano il porto di S.Concordio . L'importanza della funzione del Porto cessò presumibilmente con l'arrivo della vicina strada ferrata (anno 1848), anche se la navigazione commerciale sul Fosso Formica è documentata almeno fino al 1899, anno in cui furono fatti al canale dei lavori di ripristino a seguito di problemi di interramento. Nel 1854 le merci importate al Porto della Formica furono il veicolo per la trasmissione di una epidemia di colera che fece oltre 90 vittime solo a S.Concordio. Fino alla seconda Guerra Mondiale sul fosso della Formica hanno continuato a transitare i barchini, condotti per lo più dai verdurai delle corti che fiancheggiavano il canale, e vi sono ancora, a S.Concordio, alcuni anziani che si ricordano di essere saliti su quelle piccole imbarcazioni che risalivano il fosso Formica fino alla città. Il canale Formica, che ancora oggi scorre a cielo aperto nella parte a sud dell'Autostrada Firenze-mare, è stato intubato tra gli anni '60 e gli anni '80 del '900 nella parte che attraversa il quartiere di S.Concordio. Oggi il porticciolo non è visibile perchè il bacino è stato riempito di terra; questo è accaduto presumibilmente negli ultimi decenni dell'800, quando iniziò la costruzione e lo scavo delle fondamenta dei grandi Gasometri, proprio accanto alla darsena del Porto stesso. è verosimile che la terra di risulta degli scavi sia stata utilizzata per il riempimento del bacino. A parte i piccoli prefabbricati collocati negli anni '80, il bacino del Porto è rimasto sostanzialmente immutato dal momento in cui è stato sepolto. La campagna di scavi archeologici condotta tra il 2009 e il 2010 dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze ha consentito di riportare alla luce, all'interno dell'area Gesam, le strutture murarie della darsena, pressochè intatte, oltre a reperti romani, un insediamento etrusco del VI sec.A.C. e importanti reperti di archeologia industriale riferiti al Gasometro ottocentesco. Associazione dei residenti Contrada di S.Concordio- Lucca – www.sanconcordio.it poi capire perchè Tambellini e Raspini non hanno capito nulla.
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