6 Aprile, é in questa data infatti che Lucca si affranca dal giogo dei pisani anche se poi entra nella sfera di dominio imperiale.
Sono tanti anni che penso che Lucca debba avere una festa sua, dei lucchesi, laica non in contrapposizione alla Processione della Santa Croce. Una festa che, fatte le debite distinzioni, sia un po' come il 25 Aprile nazionale: la Liberazione.
Un omaggio alla città e dei suoi cittadini in primo luogo ma che possa anche divenire, una volta debitamente e accuratamente preparato, un evento nazionale che richiami in quella settimana migliaia di turisti e visitatori da ogni dove. Una splendida occasione di promozione e, per noi, di ricordo della nostra storia che èurtroppo ben pochi conoscono.
Per far conoscere ai lucchesi la storia della loro Libertà - la parola "Libertas" su tutte le porte delle Mura avrà pure un significato... - riporto alcuni stralci di un articolo più che esaustivo del Prof.Sereni pubblicato qualche giorno fa su Lo Schermo ( https://www.loschermo.it/bollettino-di-guerra-numero-13-dalla-lucchese-alla-festa-della-liberta-passando-per-puccini/ ) che ringrazio per avermi tolto un po' di ignoranza dalle spalle, ed anche Lo Schermo fonte dello scritto.
""A proposito di imperatori qui conviene che si parli di Carlo IV di Lussemburgo e Boemia, sovrano del Sacro Romano Impero, che nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 1369 stabilì la fine del dominio pisano su Lucca. La Festa della Libertà che dal 1370 si celebra a Lucca venne istituita per solennizzare quell’avvenimento e per testimoniare la gratitudine dei lucchesi per l’Imperatore. Che aveva sì sottratto Lucca al giogo pisano, ma aveva anche provveduto a far riconoscere dai lucchesi la sua potestà imperiale. In poche parole Lucca, pur di uscire dalla “servitù pisana”, accettava la “servitù imperiale” .... ""Fatto sta che dal 1370 Lucca festeggia la Libertà. Si cominciò proprio nell’anniversario del 6 aprile con una gran luminara che alla sera della vigilia attraversava la città e raggiungeva San Martino. Il giorno seguente sempre in San Martino si celebrava una gran messa pontificale, alla quale assistevano le autorità cittadine. Quindi nuova processione con le reliquie dei santi protettori."" .... ""Con il passare del tempo il programma della festa venne modificato e la celebrazione venne fissata per la prima domenica dopo la Pasqua. Per quel giorno i lucchesi uscivano di città e si dirigevano verso monte San Quirico, dove si trovava una modesta taverna rifornita di vino e vivande. La celebrazione prese così il nome di "festa della tabernella" e per secoli rappresentò per i lucchesi l’inizio della primavera. Stagione di resurrezione."" ....
Consiglio comunque di leggere l'articolo integralmente del Prof. Sereni su Lo Schermo (indirizzo della pagina sopra riportato).
Lucca ha la necessità di avere una festa importante, apolitica (ma di campanile si!) che ci ricordi chi siamo e da dove veniamo.
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