Leggo con sbigottimento e sconcerto l’intervento del Professor
Umberto Sereni sulla stampa. Se da un lato l’articolo è incentrato sulla
lodevole iniziativa di promuovere il rifacimento e l'apertura del Bar
Di Simo (ex Caselli) con i fondi del Comitato delle Celebrazioni
Pucciniane, egli poi nella parte finale dello scritto sembra attaccare
l’ipotesi che con i fondi dello stesso Comitato si contribuisca a
restaurare la facciata del Teatro del Giglio, istituzione pubblica
culturale della città.
Ma la cosa che sconcerta di più è la volgarità dell’attacco. In un
assurdo accostamento partorito da una mente probabilmente in quel
momento poco lucida, assimilerebbe la facciata del teatro a i bagni
dello stesso (per altro belli e ben funzionanti) e addirittura ai rotoli
della carta igienica. Mi chiedo cosa sia successo al Professor Sereni
che giudico un amico: non lo riconosco più. Un linguaggio così basso
sulla stampa. Incomprensibile. Non condivisibile e del tutto
biasimevole.
Non si capisce perché se il Bar Di Simo deve essere considerato un
luogo pucciniano (e io sono favorevolissimo), non lo debba essere il
Teatro del Giglio di Lucca, il teatro cioè della città natale di Giacomo
Puccini.
La storia del Teatro del Giglio ci parla degli stretti legami tra il
Maestro Giacomo Puccini e il teatro della sua città natale, Lucca. Al
Teatro del Giglio Giacomo Puccini, dopo aver mosso i primi passi come
pianista (la prima presenza del giovane Giacomo al Giglio risale al 22
aprile 1878, quando si esibì al pianoforte accompagnando quattro artisti
lucchesi), ha curato personalmente e accompagnato fino alla messa in
scena gli allestimenti di alcune opere del suo catalogo. Si tratta,
nello specifico, di Edgar (1891), Manon Lescaut (1893), La bohème
(1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1907) e La fanciulla del West
(1911). È di assoluto interesse il fatto che ben tre delle sei opere
rappresentate al Teatro del Giglio sotto la supervisione di Puccini –
Manon Lescaut, La bohème e Tosca - furono messe in scena lo stesso anno
della prima rappresentazione assoluta. Un luogo “pucciniano” per
eccellenza quindi, il Giglio, teatro nel quale il Maestro tornava sempre
con piacere, dimostrando di tenere moltissimo – lui, artista che poteva
vantare notorietà internazionale – ad ottenere riconoscimento e
successo nella sua città.
Invito il Professor Sereni a venirmi a trovare a Teatro (dove è stato
anche nel recente passato per una conferenza tenuta insieme alla
Professoressa Biagi Ravenni volta a raccontare di come Puccini stesso si
fosse messo a contrastare l’operato del cognato capofila della cordata a
lui ostile e favorevole invece a Mascagni e per far sì che il suo
Teatro del Giglio allestisse la sua Butterfly, lui stesso, in prima
persona, il Sor Giacomo!), lo invito per parlarne “serenamente” magari
davanti un caffè. Grazie.
Giorgio A.Lazzarini
Amministratore Unico del Teatro del Giglio di Lucca
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