Nursind Lucca lancia l’allarme: “Aumentano le aggressioni in ospedale”
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Oggi (12 maggio) è la Giornata internazionale dell’infermiere, ma Nursind Lucca non si sente di festeggiare.
“Mancano infermieri in azienda Toscana nord ovest e aumentano le aggressioni a carico degli operatori sanitari assistenziali – spiegano da Nursind Lucca -. Nonostante oggi si celebri la giornata dell’infermiere, da festeggiare c’è davvero poco. Nonostante la cronica carenza di personale sanitario infermieristico l’Asl Toscana nord ovest abbia presentato alla Regione un piano triennale dei fabbisogni del personale secondo il quale si ha un’ulteriore riduzione, un depotenziamento graduale di risorse umane ogni anno per tutto il triennio. I lavoratori che a vario titolo lasceranno l’azienda (pensionamenti, trasferimenti) non verranno sostituiti completamente”.
“Come ogni anno – spiega Teresa Porta, segretaria di NurSind Lucca – siamo alle porte dell’ estate e non si hanno notizie certe circa l’ingresso del personale sanitario di sostegno per tale periodo in cui in molte zone geografiche, come la Versilia, aumenta in modo esponenziale la
domanda assistenziale. Anche quest’anno, rischiamo di iniziarlo non potendo garantire le ferie al personale che arriverà a giugno privo di forze senza avere ancora smaltito le ferie dello scorso anno ed in svariati casi anche quelle del 2021. Secondo la segreteria lucchese del sindacato delle professioni infermieristiche, sempre più spesso si ricorre all’abuso dello straordinario e delle prestazioni
aggiuntive per arginare l’emergenza organizzativa e tamponare le situazioni sia ordinarie che di iperafflusso nei vari reparti, a partire dal pronto soccorso”.
“A fare le spese di questo indebolimento del sistema sanitario pubblico sono non solo i presidi ospedalieri e territoriali delle zone decentrate, ma anche le realtà più grandi come gli ospedali di Lucca e della Versilia. La popolazione della provincia di Lucca – prosegue Porta – rischia di non avere risposte adeguate alla richiesta sempre più crescente e pressante di salute. Un aspetto, questo, che potrebbe avere ripercussioni
anche in termini di violenza nei confronti del personale sanitario, come lo testimoniano alcuni episodi di aggressione a carico di infermieri del pronto soccorso della nostra provincia. L’ evento infausto delle aggressioni sia verbali che fisiche a carico del personale sanitario infermieristico sta assumendo una valenza sempre più preponderante e preoccupante. Il fenomeno è trasversale, riguarda l’intero panorama
sanitario, con un focus rilevante di aggressioni fisiche nei settori della salute mentale, dei pronto soccorso, come lo testimonia l’ultima aggressione di pochi giorni fa all’interno del reparto di Spdc dell’ospedale San Luca di Lucca in cui un paziente ha aggredito fisicamente 3 operatori sanitari di cui uno riportando gravi lesioni. Episodio similare, purtroppo, si era verificato circa 2 mesi prima all’interno dello stesso reparto”.
“In questi anni le risorse economiche e umane sono diminuite, come sono diminuiti i posti letto a fronte di un incremento esponenziale del numero dei pazienti in carico – va avanti -. Deve essere chiaro che, all’incremento numerico e di tipologia dei bisogni di salute della nostra popolazione deve corrispondere un incremento degli operatori sanitari e dei servizi di cura e assistenza sia a livello ospedaliero che territoriale”.
Secondo NurSind Lucca molte delle aggressioni che avvengono nei pronto soccorso sono esacerbate anche dai lunghi tempi di attesa che gli utenti devono sopportare e l’adozione di una corretta dotazione organica di professionisti sarebbe migliorativa e concorrerebbe a ridurre e controllare gli episodi violenti. Dai dati raccolti, evidenzia il sindacato, emerge che la figura sanitaria più colpita è quella dell’infermiere e il 70% delle aggressioni riguarda le donne.
“È un atto inaccettabile – conclude Porta – che molti operatori sanitari siano spaventati e si debbano recare al lavoro con terrore, in forte disagio, che altri siano dovuti ricorrere alle cure di uno specialista ed infine che il medico aziendale abbia dovuto sospendere l’idoneità al lavoro nel settore nel quale l’episodio violento si è consumato. Prevenire ogni genere di violenza e garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute fisica e mentale dei cittadini dovrebbe essere una priorità da perseguire per ogni azienda ed istituzione”.
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