La rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale (AI) con programmi generativi che stanno già invadendo i mercati mondiali, avrà ricadute dalle dimensioni gigantesche sul mondo del lavoro e, molto probabilmente, effetti disastrosi sulle competenze umane. E’ semplicemente suicida, il massimo della irresponsabilità, pensare di potere lasciare al mercato, la regolamentazione di una rivoluzione tecnologica del tutto inedita per portata e per le sue potenziali conseguenze sulla specie umana. L’uomo, da sempre, dalle sue primordiali origini, si è confrontato solo ed esclusivamente con l’intelligenza umana, in questo XXI secolo non sarà più così, dovrà confrontarsi e difendersi da una intelligenza capace di apprendere, crescere e auto svilupparsi con potenzialità infinitamente superiori a quella dell’uomo. Tra le paure più grandi che genera questa rivoluzione tecnologica c’è sicuramente la possibilità che sfugga al controllo dell’uomo e possa prendere il sopravvento. Si parla del 2035 come data in cui il mondo entrerà nell’era della “intelligenza artificiale generale”, e potrebbe anche essere che l’umanità, a quel punto, abbia già perso il controllo della tecnologia che sta sviluppando. Ci sono altri aspetti importanti da non sottovalutare, primo: questa travolgente rivoluzione tecnologica sta consegnando un enorme potere a pochi gruppi oligopolistici che controllano le nuove tecnologie e sta creando una élite tecnologica, che sarà solo quella in grado di capire e gestire questa nuova tecnologia; secondo: la quarta rivoluzione tecnologica viaggia alla velocità della lepre, mentre quella per approntare un nuovo sistema giuridico, limiti legali ed etici, e creare una nuova cultura per far fronte alla portata epocale di queste trasformazioni, viaggia con la velocità della lumaca e questa tragica differenza di velocità potrebbe costarci molto cara; terzo: la politica dominante, sta a guardare, muta e silente, non pensa al futuro delle nuove generazioni ma solo alle future scadenze elettorali e a come fare a tenere all’oscuro, di tutto quello che sta avvenendo, l’intero paese. Una cosa è certa, una rivoluzione tecnologica di questa portata lasciata completamente all’arbitrio del mercato, porterà ad una esponenziale aumento delle diseguaglianze sociali e ad un condizionamento/inquinamento dell’informazione pubblica e della politica, sulle quali già gravano, a livello internazionale, delle previsioni molto inquietanti.
La politica dominante italiana ancora non vede che anche sul fronte della produzione dei beni e dell’organizzazione delle catene di fornitura, ci sono grandi novità con l’arrivo della cosiddetta “produzione additiva”. Ci sono già oggi aziende dove, sulla base della tecnologia di stampa in tre dimensioni, un giorno producono parti di un motore per aerei, il giorno dopo componenti per l’elettronica di consumo, oppure componenti per auto e così via. Il know-how di come produrre le varie parti non sta più nella esperienza e competenza acquisita dai lavoratori e dall'impresa, sta già tutta nel software e questo significa che si va affermando nel mondo un modo totalmente nuovo di produrre le cose.
I nuovi sistemi di AI lanciati con clamore da pochissimo tempo, stanno avendo un successo clamoroso; già alla fine di marzo 2023 erano ben 100 milioni gli utilizzatori che avevano sperimentato i programmi Usa, mentre in Cina si annuncia che il programma concorrente di Alibaba nel settore, registra già l’interesse di 200.000 imprese.
Circola nel mondo una lettera aperta pubblicata il 28 marzo 2023, dove un migliaio di esperti e ricercatori, tra cui Elon Musk e Yoshua Bengio, uno dei fondatori dell’AI, nonché diversi imprenditori del settore, dichiarano che appare necessario mettere in pausa i progressi dell’AI, sospendendo per sei mesi le ricerche sui sistemi ancora più avanzati. Sei mesi non sono nulla, ma, comunque, ne avete sentito mai parlare voi? Gli autori della lettera affermano, tra l’altro, che questi ultimi mesi hanno registrato una corsa incontrollata dei laboratori per sviluppare dei cervelli numerici sempre più potenti che nessuno, neanche i loro creatori, può comprendere, prevedere o controllare in maniera affidabile. In effetti tutto quello che avviene attualmente nell’AI ha luogo senza alcun controllo etico o legale, come si afferma nella lettera, mentre le imprese dispiegano sul web strumenti che hanno effetti nefasti. Non è assolutamente una follia pensare che si potrebbe arrivare a perdere il controllo della nostra civiltà. Da qui nasce la grande sfida della nostra epoca: mantenere le nuove macchine sotto il controllo degli umani per evitare che tutti noi diventiamo semplicemente inutili attraverso una perdita drammatica di senso. Giunti a questo punto sarebbe utile e necessario essere consapevoli che, la stessa umanità è ormai minacciata di estinzione da almeno tre fattori: la minaccia nucleare, quella ambientale e dei cambiamenti climatici e ora, anche quella da intelligenza artificiale. E… non fate la fesseria di pensare che questa mia sia una narrazione fantascientifica che non corrisponde alla realtà, purtroppo questo futuro è già qui, che ci piaccia o no.
Eugenio Baronti
02/06/2023