Appunti su una storia. Racconto impersonale per fare festa a Don Antonio Tigli per il suo 60° di sacerdozio

Da alcune chiacchierate con don Antonio Tigli, dopo aver partecipato a qualche momento liturgico del suo 60 di presbiterato, abbiamo ripensato ad alcuni desideri che avrebbe voluto realizzare, ma almeno uno di questi, gli stava proprio a cuore: incontrare, almeno alcuni, dei giovani degli anni del suo servizio con le diverse mansioni ricevute dal vescovo o dalla C.E.I: parrocchie, scuola, Azione cattolica, seminario, scouts.

Il tempo che mancava alla data anniversaria non era molto, ma non si lasciò cadere il desiderio nel vuoto. In fondo conoscevano che don Antonio aveva una vita lunga al ministero.

Ci trovammo con lui, il quale ci dettò cosa avrebbe desiderato:

 Parlare dei 60 anni di vita politica, sociale, culturale dell’Italia a partire dagli amici. Interprete don Alessandro Bertolacci e poi una  lettura della vita della Chiesa a partire dagli anni 60: Pacem in Terris, Paolo VI, Concilio Vaticano II, testimoni eminenti della Chiesa, il martirio di Aldo Moro e di Vittorio Bachelet. Lo scoppio dei partiti, una pace mai conseguita. Interprete don Marcello Brunini.

Quattro pennellate che poi sono diventate almeno il doppio, per raccontare un po’ la storia di 60 anni di frequenti pellegrinaggi, in diocesi e fuori, fatte da Don Antonio. Ci siamo messi al lavoro e come primo impegno: il luogo. Ci voleva un situazione che non fosse discriminante, dove tutti potessero entrare e non trovarsi divisi da appartenenza.

Il Fienile al Varignano di Viareggio è stato ideale per la capienza e la finalità.

I tre interventi hanno sorpreso l’interessato. I presenti non erano adolescenti, ma ragazzi/e, adolescenti, studenti, lavoratori diventati professori, medici, operai, genitori, politici, pensionati, preti, ecc. che hanno vissuto, forse solo oggi, dopo 60 anni il dramma di una Italia laica e cristiana che ha lottato e lotta per la sua laicità e religiosità, con l’invito a non perdere la lezione dei mistici e degli onesti.

Il 9 Giugno ci siamo trovati a Viareggio da parti differenti, dalla Garfagnana alla Versilia, circa 150. La festa è cominciata dagli occhi che per tanti di voi non si incrociavano più da anni con volti sorridenti, scanzonati, che ora erano diventate facce con occhi da fini e attenti scrutatori.

La sosta dopo le relazioni ha fatto il resto. Abbracci, sorrisi e anche tante emozioni e ricordi dei tempi trascorsi ai campeggi o all’ACR (Azione cattolica dei Ragazzi).

Ci conoscevamo tutti, ossia eravamo Chiesa e città.

La cena ha fatto tutto il resto. Nessuno si è tirato indietro.

“Sono mancati tanti ragazzi e ragazze falciati dal male e dagli incidenti – dice Don Antonio - Ho abbracciato per la prima volta uomini e donne che per rispetto e pudore non lo avevano fatto mai.

Ho sempre parlato dei miei lineamenti cercando di insegnare a tutti che ogni persona fatta dalla mano di Dio è unica.

Non solo quando l’incontro è finito (forse verso le 22) ero già andato via stanco, ma penso che tutti abbiano pensato, durante il viaggio di ritorno: “A quando un’altra volta?....se Dio vorrà….”

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