Il disastro avvenuto a seguito di piogge torrenziali
in Emilia Romagna, evidenzia come il cambiamento climatico
sta assumendo un andamento irreversibile. Ce lo dicono anche i
glaciologi che i ghiacciai continuano ad arretrare e non torneranno più
come prima e così le calotte polari. In tutto l’emisfero boreale si
stanno sciogliendo , liberando quantità sterminate di metano (un gas di
serra 20 volte più potente della Co2). E altro metano viene sprigionato
dal riscaldamento dei fondali artici.
Quindi in prospettiva ci saranno sempre più episodi come
quelli dell’Emilia, con periodi di alluvioni che però non compensano i
periodi di siccità per il semplice fatto che si è anche cementificato
troppo e si continua a cementificare come avviene nella Piana di Lucca
con il progetto “Assi Viari”, con le acque che non penetrano più a
sufficienza nei terreni...
Nei prossimi 20 anni si alzerà il livello del mare;
cambieranno le correnti marine, a partire da quella del Golfo; e quelle
aeree, come El Nino e i monsoni, alterando completamente l’assetto
climatico del pianeta e moltiplicando, come già accade, gli eventi
estremi destinati a trasformarsi in catastrofi. Mentre nelle aree
tropicali e temperate avanza ovunque il deserto, causando ondate
migratorie “Bibliche”.
Nel PNRR, si parla della necessità di puntare ad uno sviluppo
che segni una transizione ecologica ambientale, ma in verità , il tema
del cambiamento climatico in corso, è sostanzialmente
il grande assente dalle politiche italiane, dove sembra che quello che
veramente conti sia l’incremento del PIL.
C’è un negazionismo esplicito che risorge
periodicamente nonostante l’evidenza dei fatti, un negazionismo di fatto
che consiste nel parlarne e farne parlare il meno possibile (i problemi
sono altri; “il problema è la crescita”…); e c’è un negazionismo
opportunista che dice tutto e il contrario di tutto.
Tutti sanno che una catastrofe è alle porte, ma I poteri
economici e politici di riferimento, hanno anche capito che per
fermarla bisognerebbe cambiare alle radici l’organizzazione sociale del
lavoro e dell’ambiente e non sono disposti a farlo … e così vanno avanti
con la cementificazione, togliedo anche ogni regola agli appalti
pubblici incrementando anche i morti sul lavoro e la corruzione. .
In questo quadro, secondo i dati INAIL, nei primi 4 mesi
dell’anno 2023 gli infortuni sul lavoro sono incrementati del 30,2%
rispetto al 2022 ed i morti per infortuni sul lavoro sono stati 280, 7
in più rispetto ai primi 4 mesi del 2022. Ogni anno i morti sul lavoro
continuano ad aumentare con quasi 4 morti al giorno .
Ai morti per infortuni sul lavoro vanno aggiunti quelli che
muoiono a causa delle malattie professionali per patologie dovute alle
esposizioni di sostanze tossiche presenti sul lavoro di varia natura ed
anche fuori dai luoghi dii lavoro a causa di uno sviluppo barbaro e
distorto.
In questo contesto le orti sul lavoro sono legate
all’organizzazione del lavoro tutta fondata sulla ricerca del risparmio
dei costi anche quelli della prevenzione...
Ma l’80% delle morti sul lavoro , riguardano soprattutto lavoratori precari, flessibili, frantumati.
Sono trascorsi 20 anni, da quando il governo a guida
Berlusconi con ministro del lavoro il leghista Maroni, (Meloni era
ministra della gioventù), promulgo una legge n. 30 ,chiamata “legge
Biagi” (che ne fu il promotore).
Essa prevede ben 45 forme di lavoro precario , frantumato e
flessibile . Ne cito alcuni : contratto di lavoro ripartito, contratto
in affitto, contratto di somministrazione lavoro, contratto 1 x 2 ,
contratto intermittente,, contratto di lavoro accessorio, contratto di
lavoro occasionale, contratto a termine, contratto di apprendistato,
contratto part-time verticale o orizzontale, co.co.pro, agenzie di
somministrazione lavoro, false cooperative, possibilità di appalto e
subappalto con lavoratori che svolgono le stesse mansioni ma con salari e
diritti diversificati, contratto week end, ecc... Occore evidenziare
che nonostante siano trascorsi 20 anni, nessun governo di centrodestra o
centrosinistra ha mai abilito la legge Biagi, anzi ad essa a va ad
aggiungersi la legge Jobs Act del governo Renzi fatta nel 2015. con
l’abolizione dell’art 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori.
Il tempo passa, le politiche liberiste fondate sulla ricerca
del massimo profitto con uno sviluppo dannoso per l’ambiente e per
l’Uomo , anche se sono fallite , vengono in continuazione riproposte e
tutti i cambiamenti in corso stanno subendo un’accelerazione imprevista.
Il mondo in cui vivranno i nostri nipoti, ma forse già i
nostri figli, se non anche alcuni di noi, non sarà più quello che
conosciamo; sarà molto più ostico e renderà a tutti la vita molto più
difficile, e a molti impossibile. Sarà pieno di guerre e conflitti non
solo tra la Nato/Usa e la Russia, ma in in vari parti del Mondo ,per
cercare di spartirsi le risorse residue.
COSA FARE ?
I principali settori coinvolti dalla conversione ecologica:
energia, agricoltura, edilizia, urbanistica, mobilità, salvaguardia del
territorio,ecc… sono tutti settori in cui le decisioni sono concentrate
in poche mani di imprese capitalistiche multinazionali ed imprese
finanziarie, con il concentrato delle politiche governative ,
centralizzate fatte di decreti leggi, senza nemmeno più un parlamento
che decida , ed al servizio del grande capitale.
Le loro decisioni sono sottratti a ogni controllo dal
basso, sia nei luoghi di laboro dove non si contratta più il come ed il
per cosa si lavora, sia nei territori.
Ma l’economia globale di oggi , che si contrappone
all’ambiente ed al lavoro non precario, alla partecipazione dal basso
non può che creare da una parte rassegnazione con parte del Popolo che
non va più nemmeno a votare… e dall’altra un processo di rabbia,
rivolta, e di resilienza … con la ricercarca di partecipazione dal
basso con il coinvolgimento, anche pratico e non solo a livello
decisionale, di una popolazione, o di una sua parte consistente, nelle
scelte da attuare sia nell’ambiente che nel sociale.
Ma dobbiamo capire che la conversione ecologica e la
sicurezza nei luoghi di lavoro, potrà avvenire solo con con un modello
di sviluppo alternatvo a quello esistente, capire che il contrattare
nei luoghi di lavoro gli orari, I carichi di lavoro, gli organici, gli
investimenti alla fonte per prevenire gli incidenti ed abolire lalegge
Biagi ripristinando anche l’art. 18, … è incompatibile con gli attuali
assetti padonali e di governo Nazionale .
Credo che solo con la ripresa di azioni conflittuali nei
territori e nelle fabbriche, sarà possible ricreare contropoteri dal
basso e puntare ad una alternativa sostenibile con l’ambiente e con il
lavoro sicuro.
Umberto Franchi Lucca 27/6/ 2023
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