Touché!
Touché! Così direbbero i francesi… Il caso del cameriere beccato a sversare rifiuti in piazza della Zecca, ormai noto in città come “affaire ramazze vs zozzoni” (sempre ‘sti francesi), sta suscitando le piccate reazioni di Confcommercio. Confcommercio, che evidentemente “può”, continua a monopolizzare i quotidiani cittadini. Oggi, ad esempio, si legge il titolo: «Movida, eventi e proteste dei residenti. Confcommercio: “Va garantito il diritto di poter lavorare”. L’associazione di categoria dopo l’aggressione al cameriere e gli strali contro il cinema all’aperto: “basta con lo spettro di esposti e denunce”. Ma in città qualcun altro pensa: “basta con i zozzoni”, “basta con gli ubriachi”, “basta con l’immondizia”, “basta con gli schiamazzi”. Qualcun altro, ancora più raffinato, pensa: “basta con le lasagne surgelate vendute come fresche”. Quel che colpisce di più però è la coda di paglia dei cosiddetti “imprenditori” a ricasco degli altri: “basta con lo spettro di esposti e denunce”. Ebbene: il punto è proprio questo! Gli esposti e le denunce… Faccio presente, a chi ancora non lo sapesse, che con recentissima sentenza della Corte di Cassazione, (Sez. III Civile) del 23 maggio 2023, n. 14209, il gioco cambia: d’ora in poi il privato che vede leso il suo diritto alla salute, costituzionalmente garantito e incomprimibile, che vede leso il diritto alla vita familiare, costituzionalmente garantita, può esigere un risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti in conseguenza di emissioni acustiche oltre la soglia di tollerabilità (movida). Insomma, sono bei soldi! Sarebbe ora che i residenti cominciassero a farsi valere. Si sa, nulla è più sensibile del portafoglio. Onde prevenire il prevedibilissimo intervento del solito tipo (ristoratore sotto mentite spoglie?) che dirà: «ecco i soliti vecchi privilegiati che vivono in città, e noi poveracci che stiamo a Sant’Anna, a San Vito eccetera, cosa dovremmo dire? Perché questi puzzoni non si comprano una casa in campagna?» tengo a precisare che la Cassazione riconosce responsabile delle immissioni acustiche abnormi (di qualunque natura) la pubblica amministrazione, la quale deve esercitare i suoi poteri per porre in essere «interventi idonei per riportare le emissioni acustiche entro la soglia di tollerabilità». Ovunque, non soltanto in centro storico. Chi vive in periferia ha diritto a rispetto e tutela, esattamente come chi vive in centro. Ancora più in generale: non sarebbe ora che anche a Lucca, cittadini e pubblica amministrazione si dessero come obiettivo la tutela del benessere, del decoro, della convivenza civile, piuttosto che badare all’incasso di quattro barini che stanno spappolando la città?
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