SOLIDARIETA' PER L'UOMO CHE HA UCCISO L'ORSA. IL SUO ATTO E' IMPORTANTE, ANCHE SE RISCHIA DI ESSERE INUTILE
L’orsa detta “Amarena”, dal 2016 era diventata confidente e si spingeva spesso nei centri abitati. Come qualsiasi etologo sa, non è opportuno che la fauna selvatica, tanto più se si tratta di grandi carnivori, si abitui agli esseri umani, si nutra alle discariche ed ai cassonetti, oppure a spese di agricoltori o allevatori. Un orso che si comporta in questo modo crea problemi a se stesso, ai suoi cuccioli e naturalmente agli uomini e alle donne. Non è un caso che un figlio di questa orsa, detto “Juan Carrito” (ma chi sceglie i nomi agli orsi?? non si potrebbe far di meglio??) sia stato investito nello scorso inverno. Il giovane orso infatti, educato da una madre del genere, era esso stesso confidente e girava di continuo per paesi e strade. Ovvio che ci abbia rimesso le penne (o meglio il pelo).
Esiste un ente chiamato Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; questo ente avrebbe il dovere di proteggere gli orsi e possibilmente anche di evitare che le persone vengano ammazzate dagli orsi stessi. Mi permetto di affermare che il Parco non sta facendo il suo dovere. In luglio sono stato in provincia dell’Aquila, ai margini del Parco e all’interno dello stesso. Ebbene ho visto come i cervi, in pieno giorno, girino per i centri abitati, abbeverandosi alle fontane e brucando nelle fioriere. Questa situazione non è un esempio di buona gestione. Appare evidente come nel Parco d’Abruzzo la situazione sia fuori controllo e come chi vive lì possa farlo solo se stipendiato dallo stato o pensionato. L’agricoltura infatti, con una presenza così straripante dei selvatici è certo impossibile.
Nello scorso inverno un pover’uomo di nome Antonio Rabbia è stato aggredito da un’orsa e poi ricoverato con ferite serie all’Ospedale di Cassino. Di fronte alla disavventura del malcapitato, il cui racconto era perfettamente credibile, il Presidente del Parco, che si chiama Giovanni Cannata, non ha trovato di meglio che mettere in dubbio i fatti con dichiarazioni francamente inaccettabili per una persona che ha rischiato una morte terribile. Ecco uno stralcio delle indecenti dichiarazioni: “la vicenda è poco chiara perché nella zona del fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli, senza che però mai la stessa abbia dato problemi di nessun tipo”. Ma che cavolo significa che nei giorni seguenti l’orsa non ha dato problemi???? Sarebbe come dire che un tizio ha incontrato un altro tipo che ha ucciso due persone, il quale però a lui non ha dato problemi. Lasciamo perdere.
Il Parco non deve minimizzare o negare le aggressioni degli orsi. Il parco deve intervenire evitando di dar luogo a generazioni di orsi confidenti e pericolosi. Il parco questo non lo fa. La storia dell’uomo che ha sparato all’orsa è in gran parte censurata e gli organi di stampa ed i politici si sono affrettati a condannare il poveraccio senza processo. Intanto gli esagitati ambientalisti lo minacciano di morte. Ma cosa è successo veramente? Evitiamo di fare il nome del pover’uomo, limitandoci a dire che egli è un allevatore e che ha sparato perché l’animale era entrato in una sua proprietà. Non è dato sapere se fosse in un giardino, in un recinto o in altro luogo. In ogni caso ci chiediamo se sia una prassi accettabile la condanna di una persona che si è trovata di fronte ad un orso ed ha cercato di difendersi. Forse non sarebbe il caso di accertare i fatti? Per me l’uomo non ha fatto altro che supplire ad una gravissima deficienza del Parco, il quale, con la sua inazione sta oggi mettendo a rischio le persone e in fondo anche gli orsi. Per questo, in una società matura, l'uccisione dell'orsa dovrebbe indurre ad una riflessione seria sulla fauna selvatica. Il livello del dibattito ci dice purtroppo che questa riflessione non ci sarà.
Chiudendo con una nota sulla nostra provincia di Lucca possiamo dire che anche qui, ormai, la presenza di selvatici, in particolare cervi, caprioli, cinghiali e lupi è decisamente troppo alta e le attività agricole e di allevamento stanno diventando impossibili. Ovviamente tutti se ne fregano e a questo punto, se ci scapperà il morto, diranno che la colpa è del morto.
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