“Adesso
che i medici Usca sono stati ‘congedati’ si apre uno scenario ancora
più grave di quello già esistente, e questo è inaccettabile, sia per chi
lavora sia per
la comunità” dichiara Lorena Maggiolo, Segretaria FP Cgil della
Provincia di Lucca.
“Nella
pandemia la messa a punto delle Usca ha consentito di gestire le
persone nella loro abitazione, evitando che accorressero ai Pronto
Soccorsi aumentando sia il
rischio di contagio che il rischio di implosione dell’accoglienza.
Senza il loro apporto, in un periodo di aumento dei contagi si rischierà
il collasso dei presidi ospedalieri. Nel documento “La salute che
vogliamo” anche la Segreteria nazionale dei Medici
e Dirigenti SSN della FP Cgil dichiara che questo è il momento di
operare un cambiamento radicale, profondo e sistemico, restituendo ai
cittadini i loro diritti. Perché con la pandemia abbiamo dovuto prendere
atto che le riforme successive alla 833 si sono
allontanate dall’obiettivo di costruire progressivamente un sistema
della salute equo, universale, solidale, diffuso e strutturalmente
solido” afferma Patrizia Fistesmaire, della Segreteria della FP Cgil
Lucca.
È
il Distretto a dover essere rafforzato come luogo di rappresentanza
delle comunità e di coinvolgimento delle istituzioni locali. È quello il
luogo d’indirizzo e di
pianificazione della domanda e dell’offerta. Per questo c’è bisogno
anche di una nuova organizzazione del lavoro, e non del restyling di
vecchi modelli organizzativi statici e basati sulla dicotomia tra
Ospedale, che si satura sempre di più, e il Territorio
che, anziché ricevere supporti, rischia invece di impoverirsi.
Questo è lampante con il caso dell’interruzione del lavoro svolto nelle Usca.
“Solo dal 1° luglio il Pronto Soccorso registra 5 medici in meno, e adesso, per tutto il servizio, compresa la primaria, sono rimasti in 12 a lavorare. La dotazione organica dovrebbe essere di 29 medici. Si tratta di un vero e proprio stato di emergenza comunitaria, di rischio che la popolazione non sia più curata nel momento dell’urgenza, quando rischia la vita. Occorre che si prendano provvedimenti di tutela delle condizioni di lavoro e dunque dell’organizzazione, altrimenti si rischia di assistere allo smantellamento del servizio sanitario pubblico e all’emergenza sanitaria. Al presidio ospedaliero di Lucca accedono circa 200 persone al giorno e in queste condizioni non sarà possibile curarle. Da poco abbiamo sottoscritto la pre-intesa del nuovo CCNL Sanità, garantendo ai lavoratori nuove tutele e riconoscimenti professionali, sia in termini di salario che di crescita professionale, di diritti e di contrattazione. Per la FP Cgil la priorità è quella di tutelare il Servizio Sanitario pubblico e la salute degli operatori, così da garantire la tenuta dei servizi e i diritti per tutta la popolazione”. Conclude Lorena Maggiolo.