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Il percorso che ha portato la Cgil a non firmare il contratto integrativo con la ASL Toscana Nord Ovest è stato caratterizzato da una discussione a tratti anche aspra, ma sempre sostenuta secondo il principio di un’equa distribuzione delle risorse fra i lavoratori, rigettando ogni ipotesi di dare tanto a pochi e poco a molti.
Taglio di risorse al servizio sanitario pubblico, blocco delle assunzioni, mancati rinnovi contrattuali, salari bassi, pensionamenti oltre i 67 anni ed elevata età media del personale in servizio stanno infatti usurando tanto i servizi offerti che i lavoratori del settore. L’attuale spesa per il personale è ancora soggetta a stringenti limiti di spesa, e i salari del personale sanitario italiano restano i più bassi d’Europa. A questo si aggiunge un contesto economico difficile, che ha visto una significativa riduzione del potere di acquisto dei lavoratori.
A fronte di questo, e del fatto che il suddetto contratto stabilisce la suddivisione delle risorse economiche tra diversi istituti, tra cui i differenziali economici/DEP (o scatti salariali), lo abbiamo ritenuto inadeguato a garantire una corretta valorizzazione del personale. Abbiamo inoltre riscontrato una resistenza da parte della direzione aziendale rispetto all’impiego di questo genere di strumenti.
Il contratto integrativo proposto dalla ASL Toscana Nord Ovest, e accettato dalle RSU delle altre sigle sindacali, che coinvolge i lavoratori del settore ad esclusione dei medici, propone invece la distribuzione di buona parte delle risorse del Fondo Salario Accessorio, attraverso cui viene stipulato ogni anno il contratto integrativo del comparto, a pochi fortunati.
Per il personale apicale della ASL, cioè per circa 200 lavoratori, sono infatti stati stanziati 1.300.000 euro, con cui verrà finanziata anche la promozione di sei di loro a personale ad elevata qualificazione, dal costo di 15.000 euro/anno ciascuna. Ai restanti 11.000 dipendenti della ASL Nord Ovest invece sono stati destinati 1.950.000 euro, con cui potranno essere finanziati gli scatti di fascia contrattuale solo per una piccola parte di questi lavoratori. Quindi, per i pochi che potranno goderne, questi scatti porteranno ad un aumento di appena 85 euro al mese. E, così facendo, la permanenza nella stessa fascia per un lavoratore si prospetta lunga ben 8/9 anni.
Nonostante le nostre ripetute richieste di utilizzare un criterio che ripartisse le risorse fra una platea il più ampia possibile, l’ASL non ha mostrato alcuna apertura. Non possiamo pertanto accettare un contratto con cui l’azienda premia pochi eletti a discapito della maggioranza dei lavoratori che, quotidianamente, con senso del dovere garantiscono il servizio alla cittadinanza, così come hanno continuato a fare anche nel periodo più buio della pandemia. A maggior ragione di fronte ad una cronica mancanza di personale, con le relative conseguenze per la qualità del servizio, e della carente gestione della mobilità interna dei lavoratori dell’ASL Nord Ovest.
E in questo contesto, è particolarmente doloroso notare come gli altri sindacati, dopo aver sostenuto il principio dell’equa distribuzione delle risorse tra i lavoratori, abbiano infine accettato il contratto, cedendo ad un gioco delle parti che ad oggi appare quantomeno poco trasparente.
Nei prossimi giorni la FP Cgil indirà quindi presidi ed assemblee per spiegare nel dettaglio alle lavoratrici e ai lavoratori i motivi della nostra scelta.
Coordinamento FP CGIL ASL Nord Ovest
Infermieri delusi: regioni rifiutano di erogare anticipo contratto a dicembre. Ecco dove
Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/11/2023
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AttualitàGoverno
Le aspettative degli infermieri per una tredicesima più sostanziosa sono state infrante, poiché le Regioni hanno optato per non erogare l'anticipo contrattuale stabilito dal Decreto Anticipi.
Il decreto legge n. 145, dal solito titolo omnibus, pubblicato sulla GU n. 240 del 18.10.2023, il cui art. 3 è rubricato come “Anticipo rinnovo contratti pubblici”, prevede una super tredicesima, per i dipendenti pubblici.
La misura riguarda l’anticipo straordinario del rinnovo contrattuale che andrebbe erogato tra il 15 e il 18 dicembre. Questo emolumento, finanziato con un consistente budget di 2 miliardi di euro, avrebbe dovuto raggiungere i conti correnti degli oltre 2,5 milioni di impiegati statali, insieme alla tradizionale tredicesima mensilità. Tecnicamente, si tratta del pagamento anticipato dell'indennità di vacanza contrattuale "maggiorata” e moltiplicata per 6,7, che come da tabelle porterebbe nelle tasche degli infermieri una cifra media di mille euro.
Il provvedimento ha queste caratteristiche:
riguarda i dipendenti delle amministrazioni statali
è limitato al solo personale a tempo indeterminato
ha per destinatari i dipendenti contrattualizzati e non quelli in regime di diritto pubblico
Il problema principale emerge laddove il decreto evidenzia che la legge nazionale non provvede direttamente ad erogare il contributo ma apre alla possibilità che Regioni, enti locali e aziende sanitarie si allineino nell’erogazione del beneficio. In altre parole, per il personale della Sanità pubblica questo bonus non è affatto obbligatorio e dovranno decidere nel merito le singole Regioni in ragione delle proprie situazioni finanziarie, perché nel comma 3 viene espressamente detto “con oneri a carico dei propri bilanci”.
Ed ecco quindi che oggi la direzione generale per la Tutela della Salute della Regione Campania ha comunicato ai manager delle Asl, delle Aziende ospedaliere e universitarie, e all’Istituto Pascale che non dovranno erogare gli anticipi contrattuali al personale dipendente a tempo indeterminato, perché comporterebbe «un significativo aggravio del bilancio 2023» e di limitarsi da gennaio 2024 ad attribuire «la maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale nella misura prevista dall’articolo 3 del decreto legge 145/2023»
Anche la Regione Sardegna, la Toscana e la Puglia hanno deciso di non applicare il Decreto Anticipi, almeno per il momento.
ATTENZIONE
La Regione Toscana ha deciso di
NON corrispondere in un'unica soluzione l'anticipo della vacanza contrattuale
ma di aumentare mensilmente il valore a partire da Gennaio 2024
Pertanto nella busta paga di dicembre NON CI SARÀ l'intero importo così come era stato ipotizzato dal Governo
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