Festival "I Musei del Sorriso"
Festival "I Musei del Sor ...
“Il futuro delle Alpi Apuane va deciso sul
territorio con tutti i soggetti in campo. La proposta di chiudere le
cave dentro il Parco è una provocazione irricevibile”
Così
il Presidente del Parco Andrea Tagliasacchi all’incontro “Salvare le
Apuane e il lavoro Apuano” organizzato da Salviamo le Apuane che si è
tenuto a Palazzo Ducale oggi sabato 11 marzo.
“Attenzione
alle scorciatoie – ha detto Tagliasacchi – pensare di cambiare le cose
chiedendo di trasformare il Parco regionale in un Parco nazionale
significa delegare decisioni ad altri che non siamo noi e portare la
discussione su un binario morto. Se vogliamo provare a risolvere i
problemi dobbiamo affrontarli qui nei territori, con tutti i soggetti in
campo, a partire dai sindaci eletti dagli stessi cittadini che nel
Parco ci vivono e che li rappresentano. Dobbiamo assumerci tutti la
responsabilità di affrontare le contraddizioni che hanno frenato lo
sviluppo del Parco e avviare un confronto costruttivo tra noi.
Dialogo e ascolto da parte di tutti
“Per
affrontare i problemi ci vuole dialogo e disponibilità all’ascolto da
parte di tutti. Ho avuto modo di dirlo in diverse occasioni e mi sento
di ripetere l’appello ad un confronto serio perché avverto, in generale
in questi mesi da quando sono stato nominato Presidente, un clima di
schizofrenia in cui ognuno dice la sua, alza le asticelle, lancia
proposte proprie e non parla con l’altro. Questo è un problema serio di
cui sto pensando di farmi carico. Stupisce, ad esempio, che in pochi
avvertano l’importanza del Piano per il Parco, strumento che può
rappresentare un buon terreno di confronto per il futuro delle Apuane,
in cui saper cogliere opportunità significative. Perché il Piano non
riguarda solo l’escavazione, ma realtà di sviluppo socio economico che
non sono da considerarsi in contrasto.
Strumenti per gestire l’attualità
Inviterei
a misurarci su temi concreti con gli strumenti di governo che ci sono,
partendo da un dato che ci viene riconosciuto: il Parco è un’area
regolata, dove le richieste di tutela dell’ambiente sono sempre state
più alte. Gli strumenti di gestione e controllo per regolamentare
l’escavazione ci sono. Credo, in questo caso, sia necessario migliore la
comunicazione sulle procedure autorizzative tra le varie istituzioni
chiamate a fornire pareri e permessi per evitare conflitti e
fraintendimenti. Un aspetto all’ attenzione e per cui si stanno studiano
proposte su cui poi confrontarci. Poi c’è l’aspetto importante della
riqualificazione dei siti e i ripristini ambientali. Ma pensare di
chiudere le cave dentro il Parco è una provocazione irricevibile:
significa evitare di non risolvere il problema.
Concludendo, è vero che ci sono delle criticità ma è anche vero che il tempo che stiamo vivendo apre una nuova fase di opportunità e stiamo già lavorando su progetti significativi in grado di attrarre finanziamenti per far fare un salto in avanti a questo Parco.
Può essere una cosa irricevibile, ma non vedo la provocazione. Si tratta di una proposta.
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