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LUCCA, 22 novembre 2024 - ...
24 MAGGIO 2024
Il Comitato Paesano di San Pietro a Vico prende atto delle dichiarazioni dell’Assessora
all’Ambiente, Cristina Consani, fatte il 21 maggio 2024 a seguito dell’interrogazione dell’8 marzo
2024 presentata dal Capogruppo di Lucca Futura, Gabriele Olivati.
In quanto formato da residenti di San Pietro a Vico, il Comitato si dichiara costernato e
completamente insoddisfatto delle risposte che sono state date: il Comune di Lucca, nelle
persone del Sindaco Pardini, dell’Assessore alle Frazioni Barsanti, del Presidente della
Commissione Ambiente Santi Guerrieri e della Dirigente ai Lavori Pubblici Giannini, era stato
già informato della situazione di pericolosità dell’ex Molino Pardini il 28 giugno 2023 durante la
pubblica Assemblea.
Il primo esposto, fatto dal Comitato e inviato al Comune, alla Procura, alla Prefettura, all’ARPAT
e ai Carabinieri, risale al 9 agosto 2023: si era fatto riferimento a materiale analizzato da
Chemical Controls definito cancerogeno di categoria 2. Secondo l’Assessora c’è stato subito
dopo l’interessamento dell’Ufficio Ambiente che ha passato la segnalazione alla Polizia
Municipale l’11 agosto 2023.
Il 21 agosto il Comitato ha richiesto un riscontro alla segnalazione inviata e il 23 agosto 2023
l’ARPAT ha evidenziato la necessità di mettere urgentemente in sicurezza il sito, di censire i
centri di pericolo e di allontanare tutti i rifiuti presenti, oltre a limitare gli accessi e a bonificare ciò
che poteva risultare potenzialmente dannoso. Sempre l’ARPAT sollecitava il Comune ad
attivarsi per avere un cronoprogramma da parte della società che riguardasse gli interventi da
mettere in atto. Questi avrebbero poi dovuto essere comunicati sia all’ARPAT stesso sia al
Comune.
Dalle dichiarazioni dell’Assessora Consani si estrapolano ulteriori dati temporali che passano
dal 19 settembre 2023 all’ottobre 2023 e ancora a novembre 2023 quando l’ARPAT ha
dichiarato di aver fatto un primo sopralluogo già il 29 settembre 2023 e un secondo sopralluogo
il 10 ottobre 2023 con prelievo e campionamento dei materiali. Già dal 25 ottobre 2023 le prove
analitiche avevano confermato la presenza del materiale isolante, per cui si sollecitava il
coinvolgimento dell’ASL. In questo contesto, a novembre la Polizia Municipale ha verificato che
gli accessi erano in sicurezza, mentre il 13 novembre 2023 la società ha comunicato di aver
dato incarico a tecnici di sua fiducia; l’11 dicembre 2023 la proprietà stessa afferma che gli
accessi sono in sicurezza e dice di aver iniziato il campionamento riguardo al rischio
ambientale, propedeutico alla bonifica.
In data 28 dicembre l’Ufficio Ambiente chiede ad ARPAT di verificare se quanto dichiarato
relativamente al campionamento sia corretto.
Va sottolineato che lungo tutto questo arco temporale il Comitato non è stato né ricevuto, né
tanto meno informato di quanto stava accadendo. Va precisato anche che, per quanto riguarda
la messa in sicurezza del perimetro e le possibilità di accesso agli immobili, basta percorrere la
recinzione sul lato est, nord e ovest, per comprendere quanto la chiusura dell'area sia poco
efficace.
Per quanto il Comitato possa capire dall’esposizione dell’Assessora, sembra che il 04 gennaio
2024 la Prefettura abbia chiesto un riscontro in merito al piano di sicurezza dell’area. Il 14
febbraio 2024 il Comune rinnova la richiesta alla società di impedire l’accesso al sito, di dare
riscontro alle richieste di ARPAT, provvedendo alla classificazione di pericolosità ai fini della
tutela ambientale; di riscontrare le analisi chimico-fisiche dei rifiuti. La società ha risposto il 01
marzo dicendo di essere in attesa di riscontrare le analisi chimico-fisiche dei rifiuti e di aver
messo in sicurezza con recinzioni, muri di cemento, blocchi di pietra, etc. etc. tutta l’area per
evitarne l’accesso. Promette addirittura di integrare la segnaletica e garantisce che sono
presenti sopralluoghi con presidi giornalieri. Onestamente il Comitato non si è accorto di niente,
anche se sta osservando dall’esterno la situazione con molta attenzione. I cartelli sono talmente
vecchi e scoloriti che per leggerli è necessario avvicinarsi al sito.
E così siamo finalmente arrivati al 21 maggio 2024: il Comune sta ancora aspettando la
classificazione di pericolosità da parte della società privata, ma possiamo stare molto tranquilli,
perché, come dice l’Assessora, il controllo è vigile e continuo, anche se non sono state emesse
ordinanze comunali.
Inoltre, su suggerimento del Presidente del Consiglio Comunale Torrini, il Comitato ha ascoltato
il lungo intervento dell’Assessora per estrapolare informazioni di pubblica utilità che dovranno
essere “lette tra le righe”.
Ci auguriamo di aver quindi saputo decodificare bene tutta la serie di protocolli, di date e di
scambi epistolari così ben dettagliati, che sarebbero stati molto più chiari se almeno un
esponente dell’Amministrazione si fosse sentito in dovere di coinvolgerlo. Ricordiamo che il
Comitato è composto da cittadini e diretti interessati a una situazione che può mettere in
pericolo la salute dei residenti e soprattutto quella dei bambini che frequentano la scuola
primaria prospiciente il Molino.
Il Comitato ricorda anche che, come disse il Sindaco Pardini nell’Assemblea del 28 giugno
2023, egli rappresenta l’autorità sanitaria locale. Infatti, come afferma l’articolo 50 del Testo
Unico degli Enti Locali, spetta al Sindaco firmare le ordinanze contingibili e urgenti per
emergenze sanitarie o di igiene pubblica, o in caso di grave incuria, degrado del territorio,
dell’ambiente e della vivibilità urbana.
Il Comitato si riserva di tutelare il proprio territorio nei modi e nei tempi che gli consentiranno
una improcrastinabile risoluzione del problema.
Il Comitato Paesano di San Pietro a Vico
Certo che è di privati, ma non possono farci quel che vogliono. L'ente pubblico deve dialogare con i privati e costruire le condizioni per un possibile recupero dell'area. Cosa farci? Come? Quali volumi ricostruire e quali demolire?
anonimo - 26/05/2024 01:14Probabilmente qualcuno incomincia a capire che tra Tambellini e Pardini non c'è nessuna differenza.
anonimo - 25/05/2024 20:18Impari prima lei a leggere. L’iter è iniziato a seguito dell’esposto del 2023, il comune è coinvolto sin dall’inizio. Se anche Pardini non è l’unico responsabile dei ritardi e delle omissioni nel rapporto e nelle comunicazioni tra cittadini e comune, in quanto garante della salute dei cittadini in casi come questo per precise prescrizioni di legge, è certamente il principale responsabile politico della situazione di abbandono lamentata dai residenti. Le ripeto, non è complicato: basta saper leggere (e non “tra le righe” come suggerito dall’imbarazzante presidente).
anonimo - 25/05/2024 19:23Ecco tornato il simpatico commentatore che come un disco rotto ripete la solita cosa. Però quando parlava a Tambellini aveva ragione, qui proprio no. Il comune non c'entra una cippa di nulla con questa storia. Sarà l'Arpat a dire o meno se c'è inquinamento e poi il privato ad intervenire. Imparate anche i doveri, non solo i diritti
anonimo - 25/05/2024 16:22è di privati. Chiedetelo a loro cosa ci vogliono fare...
Anonimo - 25/05/2024 10:45Pardini rispetta le regole è un tuo dovere.
Pardini fai rispettare le regole è un tuo dovere.
Questo ruderone enorme, di puro cemento, grigio giallastro, altissimo sembra richiamare, con la sua mole razionale e razionalista, fatta di volumi angolosi, un impianto industriale degli USA dei tempi di Roosevelt o Truman. Un coso che potrebbe essere alla periferia di Topeka.
Oppure potrebbe essere un enorme mulino sovietico piazzato in Ucraina.
Comunque è bellissimo, ma in degrado inarrestabile. La domanda vera è: cosa farne?
Siete peggio che strani.
“ Il primo esposto, fatto dal Comitato e inviato al Comune, alla Procura, alla Prefettura, all’ARPAT
e ai Carabinieri, risale al 9 agosto 2023”
“Colpa di Tambellini”
Ho votato cdx ma questa ossessione per il “colpa di quelli prima” mi pare demenziale e controproducente. Non si può campare a lungo di capri espiatori (spesso, come in questo caso, citati a sproposito).
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