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  • 11/03/2025 09:14

Comunicato stampa congiunto di Italia Nostra sezione di Lucca e Amici del Porto di S.Concordio


Sono stati ritrovati nell’area
Gesam due dei tre scali del porto fluviale di Lucca, corredati di bitta
per l’ormeggio delle barche. La struttura
muraria, perfettamente conservata, fatta in mattoni e pietre
sagomate, risale all’epoca rinascimentale ed è stat
a rinvenuta esattamente come rappresentata nella
mappa del 178
0 conservata all’Archivio Storico Lucchese.
A darne l’annuncio sono Glauco Borella di Italia Nostra e Clara Mei degli Amici del Po
rto, fautori
del rocambolesco
ed in un certa misura drammatico ritrovamento. I fatti risalgono a maggio dello
scorso anno e
la notizia del rinvenimento di questi importanti reperti non può più essere taciuta,
affinchè la sistemazione esterna dei progett
i del Chiesone e della Piazza coperta, su cui si attende un
confronto con la popolazione, ne tenga conto.

P
er quanto incredibile possa sembrare, parte degli scavi per la bonifica ambientale nell’area del
p
orto sono stati eseguiti in assenza di sorveglianza archeologica. Il ritrovamento della bitta è stato
possibile
solo grazie allo spirito di osservazione di Clara Mei, che, percorrendo la pista ciclabile di
via Formica
, si è affacciata al cancello aperto della Gesam e ha visto un pilastrino in pietra sul
bordo della fossa di scavo, mentre parecchie decine di metri cubi di terreno scavato, misto a detriti,

pietre, sassi e mattoni,
stavano per essere caricate su grandi camion per essere smaltite in discarica.
La Mei ha
riconosciuto che quel pilastrino divelto dalla benna era una bitta perché era identico alle
bitte ritrovate
poche decine di metri più a sud, nell’area di cantiere della Piazza Coperta, durante la
campagna di scavi archeologici del 2009
.
E
ra il 16 maggio dello scorso anno e la Mei ne ha subito interessato il presidente di Italia Nostra,
arch
. Glauco Borella, al fine di verificare se sulle operazioni in corso nell’area Gesam vi fosse o no
una sorveglianza archeologica
. L’arch. Borella, che ha lavorato molti anni in Soprintendenza
rico
prendone anche cariche dirigenziali, ha immediatamente compreso la gravità della cosa e ne ha
informato
la Procura, mentre la Soprintendenza, sulla base dei dati in suo possesso relativi agli
scavi
precedenti sui quali la sorveglianza c’era effettivamente stata, escludeva che nell’area vi
potessero essere stati
dei ritrovamenti. Il conseguente tempestivo intervento dei carabinieri di
S.Concordio,
la cui caserma si trova fortunatamente in via Formica, a poche decine di metri, ha
consentito
di mettere in salvo la bitta, che era stata gettata in un angolo del cantiere.

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