Comunicato stampa congiunto di Italia Nostra sezione di Lucca e Amici del Porto di S.Concordio
Sono stati ritrovati nell’area Gesam due dei tre scali del porto fluviale di Lucca, corredati di bitta
per l’ormeggio delle barche. La struttura muraria, perfettamente conservata, fatta in mattoni e pietre
sagomate, risale all’epoca rinascimentale ed è stata rinvenuta esattamente come rappresentata nella
mappa del 1780 conservata all’Archivio Storico Lucchese.
A darne l’annuncio sono Glauco Borella di Italia Nostra e Clara Mei degli Amici del Porto, fautori
del rocambolesco ed in un certa misura drammatico ritrovamento. I fatti risalgono a maggio dello
scorso anno e la notizia del rinvenimento di questi importanti reperti non può più essere taciuta,
affinchè la sistemazione esterna dei progetti del Chiesone e della Piazza coperta, su cui si attende un
confronto con la popolazione, ne tenga conto.
Per quanto incredibile possa sembrare, parte degli scavi per la bonifica ambientale nell’area del
porto sono stati eseguiti in assenza di sorveglianza archeologica. Il ritrovamento della bitta è stato
possibile solo grazie allo spirito di osservazione di Clara Mei, che, percorrendo la pista ciclabile di
via Formica, si è affacciata al cancello aperto della Gesam e ha visto un pilastrino in pietra sul
bordo della fossa di scavo, mentre parecchie decine di metri cubi di terreno scavato, misto a detriti,
pietre, sassi e mattoni, stavano per essere caricate su grandi camion per essere smaltite in discarica.
La Mei ha riconosciuto che quel pilastrino divelto dalla benna era una bitta perché era identico alle
bitte ritrovate poche decine di metri più a sud, nell’area di cantiere della Piazza Coperta, durante la
campagna di scavi archeologici del 2009.
Era il 16 maggio dello scorso anno e la Mei ne ha subito interessato il presidente di Italia Nostra,
arch. Glauco Borella, al fine di verificare se sulle operazioni in corso nell’area Gesam vi fosse o no
una sorveglianza archeologica. L’arch. Borella, che ha lavorato molti anni in Soprintendenza
ricoprendone anche cariche dirigenziali, ha immediatamente compreso la gravità della cosa e ne ha
informato la Procura, mentre la Soprintendenza, sulla base dei dati in suo possesso relativi agli
scavi precedenti sui quali la sorveglianza c’era effettivamente stata, escludeva che nell’area vi
potessero essere stati dei ritrovamenti. Il conseguente tempestivo intervento dei carabinieri di
S.Concordio, la cui caserma si trova fortunatamente in via Formica, a poche decine di metri, ha
consentito di mettere in salvo la bitta, che era stata gettata in un angolo del cantiere.