QUANDO L' HERALD SUN TOUR IN AUSTRALIA PARLAVA IL LINGUAGGIO FANINI
QUANDO L' HERALD SUN TOUR IN AUSTRALIA PARLAVA IL LINGUAGGIO FANINI
GRAZIE AI SUCCESSI DELLO SVEDESE LJUNGBLAD, 12 ANNI PRIMA DI CHRIS
FROOME
Non tutti gli svedesi hanno il carattere freddo come spesso viene
definito. L'ex ciclista professionista Jonas Ljungblad è stato molto
influenzato dalle correnti italiane, tanto che sembra naturalizzato nel
nostro paese.
"Da ragazzo ero appassionato di pallamano ma poi vedendo mio fratello
Magnus che correva in bicicletta volli provare a cambiare disciplina
sportiva. Arrivarono subito confortanti risultati. Da juniores vinsi la
cronometro ai campionati nazionali svedesi. Ma
anche su strada me la cavavo bene e riscossi la fiducia per correre nel
Team Crescent, un marchio di biciclette americano successivamente
prodotto in Svezia. Un biennio quello del 2000-2001 prodigo di
soddisfazioni tanto che mi si aprirono le porte al professionismo
grazie ad Ivano Fanini, il dirigente ciclistico che più stimo e che mi
ha lanciato consentendomi tante soddisfazioni. Come tanti miei
connazionali mi sono trasferito a correre per una squadra italiana. Il
bel paese aiutava ciclisticamente alla crescita, allo
sviluppo ed ai trionfi ed io con Fanini trovai l' ambiente ideale per
raggiungere l' autostima ed essere considerato nei risultati così come
impostando obiettivi raggiungibili. Appena arrivato a Lucca conobbi il
mio D.S. Roberto Pelliconi ed avvertivo a pelle
la sua fiducia. Fu fra noi un' intesa a prima vista, anche nei
gusti...Teneva in macchina la liquirizia, un estratto vegetale di cui ne
vado matto. Mi è sempre piaciuta."
A 21 anni si trasferì a vivere a Lucca nella casa che le affidò Ivano Fanini?
"Si, ricordo la città di Lucca e poi Capannori dove aveva ed ha tutt'
ora la sede Amore e Vita. Una magnifica città dove ho trascorso anni
piacevolissimi assieme alla mia compagna Elin, con la quale mi sono
unito in matrimonio nel 2010. Imparai velocemente
la lingua italiana stando a contatto con la gente. Ero giovane, pieno
di entusiasmo e poi avevo sempre la donna della mia vita a mio fianco.
Correre per una squadra italiana era per me una grande esperienza
formativa per diventare più indipendente e conoscere
nuove culture. Miravo a copiare il mio connazionale Glenn Magnusson che
come me è nato ciclisticamente con la squadra di Ivano Fanini,
riuscendo, pochi anni prima, nel triennio 1996-98 , a vincere anche
tappe al Giro d'Italia. Le squadre di Fanini sono sempre
state adatte ai giovani per farli crescere e sviluppare
ciclisticamente. Lui nelle sue squadre ha sempre fatto decollare anche
quelli sconosciuti per poi lanciarli verso le società ciclistiche con
maggiori budget economici."
IL SUO DECOLLO AL SUN TOUR
Nel 2002 in maglia Fanini la prima vittoria da professionista di Jonas
Ljungblad avvenne all' Herald Sun Tour, la corsa a tappe più antica in
Australia la cui prima edizione ebbe luogo nel 1952.
"In quella mia prima partecipazione-ricorda- mi trovai a competere per
la classifica generale e chiusi al terzo posto dietro al vincitore
australiano Baden Cooke, mentre al posto d'onore si classificò Alan
Iacuone. Si affacciavano al ciclismo internazionale
buoni corridori come L' australiano David McKenzie che vinse qualche
tappa delle undici in programma, ma soprattutto andai a segno vincendo
la volata di un gruppetto ristretto della terza tappa da Bacchus Marsh a
Buninyong il 19 ottobre. Un momento indimenticabile
della mia carriera. La prima vittoria da professionista non si scorda
mai e poi sapevo di aver accontentato il mio patron Fanini ed il D.S.
Pelliconi."
Poi nel 2003 il ritorno in Svezia a correre per la Bianchi-Scandinavia. Come mai? Cosa successe?
"Affiorò in me un po' di nostalgia del mio paese, ma soprattutto essendo
un passista veloce non vedevo molte corse adatte a me. In Italia
c'erano troppe salite e troppe gare. Ne correvo un centinaio all' anno.
Invece nel circuito svedese passai a correrne una
cinquantina. Vinsi la 6.a tappa del Cykeltouren. Ma poi volli ritornare
ad Amore e Vita per riprovare a vincere nel Sun Tour e feci centro
nell' edizione 2004 anche nella 7.a tappa da Creswick a Daylesford. Un'
edizione avvincente. Tolsi la maglia di leader
a David McKenzie nella 12.a tappa delle 13 in programma chiudendo in
maniera trionfale al termine dell' ultima tappa a Traralgon nella
regione del Gippsland di Victoria."
Il 2004 fu l' anno magico di Jonas per la grande gioia condivisa da
Ivano Fanini. Si impose anche nella 4.a tappa del Giro di Slovenia,
nella 5.a e 7.a tappa del Tour of Queensland che lo vide vincere anche
la classifica finale. Come spesso è accaduto in passato
Amore e Vita ha fatto da apri-pista per i grandi campioni del ciclismo
internazionale che a volte disertavano diverse competizioni al di là
dell' Oceano. La stessa cosa è accaduta per l'Herald Sun Tour: dopo i
suoi successi con Jonas nelle edizioni successive
vi hanno partecipato grandi campioni i cui nomi si possono scrutare
nell' albo d' oro. Nel 2016 ad imporsi nella classifica finale fu il
britannico Chris Froome e nel 2020 l' australiano Jai Hindley. Nel
2005 Jonas continuò ad indossare i colori di Amore
e Vita vincendo altre quattro corse: il Tour de Vendée, il Tour du Lac
Léman, una gara che si svolge intorno al lago Lemano in Svizzera che è
fra le più antiche del mondo dopo la Milano-Torino, inserita nel 2005
dall'Uci Europe Tour come prova classe 1.2.,
la Melbourne to Warrnambool Classic ma soprattutto aggiunse nella
bacheca di Ivano Fanini e del Comune di Capannori un altro titolo
nazionale vincendo la prova unica del campionato svedese su strada. Una
volta attaccata la bicicletta al chiodo fu promosso
c.t. della nazionale svedese dal 2013 al 2016, un riconoscimento della
Federazione alla sua splendida carriera.
JONAS LJUGBLAD UN' ALTRA PAGINA DI UN LIBRO DELLA STORIA PROFESSIONISTICA FANINI
Fatti non parole. In tutte le storie Fanini che abbiamo descritto ci
siamo sempre limitati ai fatti accaduti e non alle presupposizioni.
Insignito dell' onorificenza, in occasione del Bicentenario di
fondazione, di Ambasciatore del Comune di Capannori, il dirigente
capannorese è l' unico ad aver fondato ed alimentato nella storia di
Lucca e Capannori una squadra professionistica di ciclismo, mietendo
successi in tutto il mondo, vincendo tappe al Giro d' Italia, tante
classiche nazionali ed internazionali, più di 70 titoli
nazionali con i suoi corridori compreso quello italiano su strada vinto
con un rigenerato Pierino Gavazzi nel 1988 quando mise in fila sul
velodromo di Imola gli ex iridati Giuseppe Saronni e Maurizio Fondriest,
e 12 titoli mondiali compreso quello vinto da
Mario Cipollini da Juniores, ma in particolare quelli vinti con i suoi
professionisti nelle varie specialità su pista. Lo stesso Marco Villa,
c.t. azzurro, vinse due titoli iridati nell' Americana in coppia con
Silvio Martinello. Ebbene anche Jonas Ljugblad,
oggi 47 anni, è stato una sua scoperta. Nel prosieguo della carriera
professionistica ha indossato altre maglie senza però riuscire a vincere
con quella continuità. Nel 2006 si aggiudicò la terza tappa al Giro del
Lussemburgo e nel 2008 di nuovo la gara in
linea del campionato svedese. L' ultimo suo successo è stato nel 2008
in maglia P3 Transfer nella terza tappa della Vuelta a Leòn per una
carriera che si è protratta fino al 2012 con la sua ultima stagione nel
Team Differdange. Da otto anni lavora come direttore
di un' azienda svedese che si occupa di vendita e rottamazione di
biciclette e nel prossimo mese sta valutando l' offerta di entrare a far
parte della Crescent svedese come rappresentante. Ha tre figli: Victor
di 14 anni che gioca a pallamano, vecchia passione
di Jonas che ne funge anche da allenatore, Alice di 12 anni che gioca a
calcio ed a pallamano e di Elsa di 8 anni che pratica ginnastica e
calcio. Una famiglia che ama lo sport ed il compito di Jonas è orientare
i figli in modo etico e generativo delle qualità.
Due anni fa incontrò Cristian Fanini, il figlio di patron Ivano, a
Viareggio in una delle sue vacanze programmate in Toscana, la regione
che ha maggiormente conosciuto e che fa parte dei suoi ricordi sportivi:
i più belli di una onorevole carriera marcata
Fanini.
di Valter Nieri