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Mentre l’Italia si trova sotto la morsa dell’anticiclone Scipione, che in queste ore sta portando temperature estreme in gran parte del Paese, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene doveroso sollevare con forza una questione che non può essere ignorata: la sicurezza e il benessere psicofisico della comunità scolastica, in particolare degli studenti e dei docenti più fragili, alla vigilia degli Esami di Stato.
Parliamo di un evento simbolicamente e concretamente rilevante nella vita di ogni ragazzo, che segna la fine di un ciclo e l’inizio di un nuovo percorso. Ma in questi giorni, il termine “esame” rischia di acquisire un significato ancora più duro e faticoso, perché sarà affrontato in condizioni climatiche critiche, spesso incompatibili con il rispetto dei diritti fondamentali alla salute, all’equità e alla serenità.
Temperature oltre i 37 gradi in molte zone del Paese stanno rendendo estremamente difficili le condizioni di vita quotidiana.
In molte scuole italiane, infatti, le aule rimangono prive di qualsiasi sistema di climatizzazione, con strutture obsolete e inadeguate ad affrontare simili ondate di calore. Il problema, lo sappiamo, è strutturale e cronico, ma non per questo può essere tollerato come una costante a cui rassegnarsi. L’eccezionalità dell’evento climatico impone oggi una risposta straordinaria, tempestiva e concreta da parte delle istituzioni.
Non si tratta di polemizzare, ma di richiamare l’attenzione su una realtà che chi vive ogni giorno la scuola conosce bene: le ore nelle aule, in assenza di aria condizionata o persino di ventilazione adeguata, diventano insopportabili, causando spossatezza, cali di concentrazione, malori. Per i soggetti fragili, poi, come chi soffre di patologie respiratorie, neurologiche o cardiovascolari, il caldo torrido può rappresentare un serio pericolo.
Chiediamo quindi con urgenza:
che si valutino interventi flessibili e tempestivi, come la modifica degli orari d’esame per evitare le ore più calde del giorno,
che si autorizzino presidi scolastici a ricorrere a soluzioni di emergenza, quali ventilatori mobili o sale alternative più fresche,
che si prevedano misure specifiche per i candidati e i docenti con certificazioni mediche, come la possibilità di svolgere l’esame in ambienti climatizzati o, ove necessario, anche con modalità alternative,
che venga distribuita acqua in maniera sistematica e siano garantiti momenti di pausa adeguati.
Siamo consapevoli che le scuole stanno già facendo il possibile con risorse limitate, ma è compito delle autorità scolastiche centrali e locali fornire indicazioni chiare, rapide e orientate alla tutela delle persone, e non solo al rispetto formale del calendario.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani sottolinea che la dignità della persona deve restare al centro dell’azione educativa, anche – e soprattutto – nei momenti istituzionalmente più rilevanti come gli Esami di Stato.
Non possiamo pretendere lucidità, impegno e rendimento dai nostri studenti se non siamo capaci di garantire loro le condizioni minime di benessere. Non possiamo chiedere dedizione al personale scolastico senza tutelarne la salute. Questo è un tema di diritti umani, prima ancora che scolastico.
Rivolgiamo quindi un appello forte al Ministero dell’Istruzione e del Merito, agli Uffici Scolastici Regionali, alle autorità sanitarie e locali: intervenite ora, con lucidità e umanità. Non lasciate che la normalità dell’emergenza estiva diventi una condanna all’indifferenza.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
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