Dopo la vittoriosa passeggiata di Elly Schlein e compagnucci a Budapest
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per quanto emerso dalla recente denuncia pubblica di un gruppo di madri della provincia di Bergamo, in merito alle gravi difficoltà che incontrano nell’accesso ai centri estivi per i propri figli con disabilità. Le testimonianze rese pubbliche, raccolte in video-denunce coraggiose, restituiscono il quadro di una condizione strutturale di esclusione che coinvolge numerosi minori sul territorio nazionale.
Secondo quanto riportato, la copertura educativa fornita da Comuni e Regione è inadeguata sotto il profilo quantitativo e qualitativo: ore assistenziali estremamente limitate, contributi economici irrisori, mancanza di educatori specializzati e scarsissima continuità con le figure professionali dell’anno scolastico. Tale situazione costringe molte famiglie a sostenere autonomamente spese ingenti o, in alternativa, a rinunciare al lavoro per garantire l’assistenza ai propri figli, con gravi ripercussioni sul piano economico, psicologico e sociale.
Riteniamo che quanto denunciato rappresenti una chiara violazione dei diritti delle persone con disabilità, sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), ratificata dall’Italia con la Legge n. 18/2009, nonché dall’art. 3 della Costituzione italiana, che impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto l’eguaglianza tra i cittadini.
In questo contesto, il CNDDU ribadisce con forza l’importanza della scuola come luogo insostituibile di inclusione, formazione e tutela dei diritti fondamentali. La scuola non è solo un’istituzione educativa, ma rappresenta un presidio sociale che garantisce continuità, accompagnamento e protezione per tutti gli alunni, in particolare per quelli con disabilità. È quindi essenziale che la medesima attenzione educativa venga assicurata anche nel periodo estivo, attraverso servizi integrativi che si pongano in continuità con il lavoro svolto durante l’anno scolastico.
L’accesso a servizi ricreativi, educativi e sociali nel periodo estivo non può essere subordinato alla capacità economica delle famiglie, né dipendere dalla residenza anagrafica o dalla discrezionalità amministrativa locale. L’inclusione deve essere piena, stabile, garantita, e non soggetta a logiche emergenziali o residuali.
Alla luce di quanto sopra, il CNDDU chiede con urgenza:
L’istituzione di un fondo nazionale vincolato per garantire la presenza di educatori specializzati all’interno dei centri estivi per minori con disabilità su tutto il territorio nazionale.
La revisione delle misure regionali di sostegno (quali la misura B1), affinché siano realmente proporzionate ai bisogni educativi e assistenziali specifici, e aggiornate ai costi effettivi dei servizi.
Un sistema nazionale di accreditamento dei centri estivi che preveda standard minimi obbligatori in materia di accessibilità, personale formato, rapporto numerico educatore/minori.
Il monitoraggio annuale dell’effettiva partecipazione dei minori con disabilità ai centri estivi, con pubblicazione dei dati in forma disaggregata a livello regionale e comunale, in ottica di trasparenza e accountability.
Il coinvolgimento sistematico delle famiglie e delle associazioni nella progettazione e valutazione delle politiche estive inclusive.
Il CNDDU ricorda che la disabilità non si sospende nei mesi estivi e che ogni bambino ha diritto a vivere spazi educativi e relazionali continuativi, qualificati e accessibili, in ogni periodo dell’anno.
Ribadiamo infine che
l’inclusione non è una concessione, ma un principio inderogabile
dello Stato democratico.
Solo attraverso un impegno costante,
concreto e coordinato tra scuola, enti locali e istituzioni, sarà
possibile garantire pari opportunità a tutti i bambini e le bambine,
affinché nessuno venga lasciato indietro.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
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