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A Valencia, come in altre ...

E' uscito per Amazon "Sotto il tetto dei piccioni."
Un autobiografico libro in cui l'autore, Tito Melchiorre, racconta di un lungo percorso di rinascita emozionale susseguente ad una dolorosa separazione familiare.
Il riferimento ai piccioni, si può dire ripercorra una sua esperienza extrasensoriale.
Il piccione è visto quale un'immagine poetica e suggestiva che può riferirsi a un luogo di tranquillità e di rifugio, ben lontano dalla frenesia del mondo moderno. I piccioni, in effetti sono spesso visti come abitanti delle città, trovano riparo nei sottotetti, in un microcosmo urbano dove la natura e la vita cittadina s'incontrano, miscelandosi spesso con le proprie, personali solitudini esistenziali.
Tale ambiente è per Melchiorre un chiaro simbolo di resilienza e di adattamento ad una situazione d'endemica tristezza, in cui le piccole creature- com'egli stesso riferisce - trovano un posto tutto loro: lontano dalla vista, dalla gente, dalle vuote chiacchere e dai rumori caotici del traffico.
Rappresentando al contempo un'opportunità per riflettere su se stessi e sulla pacifica convivenza con le proprie sensibilità umane.
Ma anche su come, perfino gli spazi più inaspettati, possano diventare un rifugio sicuro ed un intimo luogo di vita meditativa.
Già dal titolo viene trasferito al lettore un qualcosa di estremamente intimo, potremmo dire l’esplosivo spettro di un sentito e dilaniante sentimento interiore che l'autore prova sulla sua pellecper aver lasciato una famiglia.
Una scelta che nel tempo, declinata al proprio infinitesimale maggiore, non riesce più a rimanere negli argini mentali e nella propria dilaniata coscienza, trasformandosi nel ricettacolo di un annoso quanto sordido dolore.
Questo libro potremmo dire tratti di un' invocazione e di una muta richiesta: l'accorata necessità di esprimere i sentimenti di un naturale e rinnovato amore.
In questo libro, di cui con piacere ho scritto la prefazione, leggo la severa solitudine di un uomo e di un amico che, dopo aver lasciato la famiglia ed aver ammesso le “proprie colpe”, arriva ad eleggere proprio in quel “tetto dei piccioni”, un proprio figurato ed ideale luogo di rinascita.
●Massimo Raffanti
Un sentito grazie per queste parole e per avermi "spintaneamente" sollecitato ad esprimere le emozioni vissute, a raccontare la mia storia, nella speranza che possa essere di aiuto ad altri padri.
Noi padri separati non siamo soli e, a volte, riuscire a dare voce ai silenzi è davvero liberatorio.
Grazie
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